Manzardo, salvataggio trentino

Alla «Spazio» sede principale e magazzino, alla «Innerhofer» le filiali



TRENTO. La Manzardo ha trovato i suoi acquirenti. La storica azienda di termosanitari, costretta lo scorso ottobre a dichiarare il fallimento, riaprirà le sue filiali trentine. «In provincia sono subentrate due società: una che assorbe le sede di via Maccani e il magazzino di Trento Nord, e una che acquista le filiali di Cles, Rovereto, Arco e Castelnuovo, riassumendo anche tutto il personale», conferma Cinzia Turello della Cgil, uno dei sindacalisti che ha seguito fin dall'inizio l'intricata vicenda. I particolari, al momento, filtrano col contagocce. La ditta che avrebbe rilevato la sede del capoluogo e il suo magazzino sarebbe la Spazio Spa di Piacenza. E in quest'operazione resterebbero a casa non più di 5-6 dipendenti, che il sindacato e la Provincia si sono impegnati ad aiutare.

L'altra ditta coinvolta nel salvataggio trentino della Manzardo è la Innerhofer di Brunico che acquista le filiali di Cles, Rovereto, Arco e Castelnuovo, riassumendo anche tutto il personale. «Proprio ieri l'amministratore della società di Brunico ha detto che potrebbero fare a breve nuove assunzioni, perché nel frattempo qualcuno della Manzardo aveva trovato altre occupazioni», prosegue Turello. E le filiali altoatesine, compresa quella bolzanina che era sede amministrativa dell'intero gruppo Manzardo? Le merci verrano acquistate dalla Innerhofer, ma i negozi non riapriranno. A Bolzano i dipendenti coinvolti sono cinquanta, e la metà si sono già ricollocati in altre aziende. Ne restano fuori 23, soprattutto quelli del settore amministrativo, parecchi dei quali avranno però lavoro garantito fino a fine anno grazie alla curatela che durerà appunto fino a fine 2012. Per gli altri c'è la cassa integrazione e buone possibilità di trovare occupazione nel settore. Il sindacato segue continuamente la situzione.

La crisi che ha travolto l'azienda, forte di 36 punti vendita dislocati in tutt'Italia, è arrivata da sud, con la decisione di realizzare a Mantova un capannone da 20 mila metri quadrati: un investimento effettuato con la formula del leasing che avrebbe provocato ingenti perdite (si parla di 36 milioni di euro) alla holding britannica Hadleigh Partners che aveva rilevato la società dal gruppo britannico Wolseley, acquirente della Manzardo nel 1999. A velocizzare gli interventi di salvataggio ha concorso l'inedita forma di divulgazione del caso Manzardo, affidato al sito www.fallimentomanzardo.it, che ha consentito alle ditte interessate di esaminare la situazione, bilanci compresi.













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