Maltrattamenti contro la moglie, perde anche la pistola

Trento. L’accusa che gli è stata mossa è stata quella di maltrattamenti in famiglia e la lettera scritta dalla moglie (con la quale la donna spiegata che il “maltrattamento”, riletto con il senno di...



Trento. L’accusa che gli è stata mossa è stata quella di maltrattamenti in famiglia e la lettera scritta dalla moglie (con la quale la donna spiegata che il “maltrattamento”, riletto con il senno di poi sarebbe stato solo una palesazione di una conflittualità fra la coppia), non è servita per cancellare il provvedimento di ammonimento firmato da questore. Che ha portato anche al ritiro dell’arma dell’uomo. Una decisione contro la quale il marito aveva presentato ricorso che i giudici del Tar hanno però rigettato. Con un’unica postilla. Legata al ritiro dell’arma, che dovrà avere un limite temporale. Ma per tutto il resto, i giudici amministrativi hanno evidenziato come il comportamento della questura e le relative decisioni che sono state prese, non abbiamo violato alcuna norma. La vicenda nasce quando la donna si presenta al pronto soccorso lamentando dei dolori legati ad un comportamento violento da parte del marito nel corso di un litigio. La segnalazioni era passata alla polizia ed erano stati fatti degli accertamenti, sentendo alcune persone. Fino a quando il questore non aveva deciso per l’adozione di un provvedimento di ammonimento nei confronti dell’uomo. Che è “titolare” di un’arma per la quale è scattato il ritiro. Provvedimenti che per il legale dell’uomo non è proporzionato. Da qui il ricorso al Tar che è stato però rigettato. E questo nonostante la presenza dell’uomo abbia presentato una lettera della moglie nella quale la donna ridimensionava quanto successo prima del suo accesso al pronto soccorso spiegando come non fosse maltrattamento ma un litigio.













Scuola & Ricerca

In primo piano