Madrano, via al campo sportivo è chiusa

Il provvedimento voluto dai residenti. Sartori: «Ma ora raggiungere il terreno da gioco risulta disagevole e pericoloso»



PERGINE. Sperimentale la chiusura della strada denominata “via al campo sportivo” a Madrano. Si diparte da via dell’Oltrefersina (poco prima di piazza Prada) in pieno centro abitato per salire al centro sportivo, lo costeggia e, diventando via Gregiati, prosegue fino a raggiungere la località “Massenza” lungo la strada per Nogaré. Sperimentale dal 27 maggio scorso per due mesi. In questo caso è stata presentata una richiesta di chiusura della strada di accesso al centro sportivo da parte di alcuni residenti all’inizio della via. «La limitata larghezza della sede stradale e l’assenza di marciapiedi» sta alla base del provvedimento.

In sostanza, per raggiungere con l’auto il campo sportivo, occorre compiere un lungo giro: dalla piazza Prada salire fino a “Massenza”, scendere in direzione della “Cagnaga” e imboccare la strada per il campo sportivo. «Una strada quest’ultima, a doppio senso di marcia, ma anche questa particolarmente stretta, tanto da non permettere l’incrocio di due auto». A parlare è Elio Sartori, già amministratore pubblico e da anni dirigente sportivo della Polisportiva Oltrefersina che ha in gestione il campo e le attività annesse. «Ci ha meravigliato il provvedimento, perché non è da ieri che pochi mezzi utilizzano l’accesso dal centro abitato, aggiunge, e i posti auto sono pochi e quindi il passaggio di auto è molto limitato». Le sue considerazioni riguardano poi la caratteristica della sperimentazione. «Con i primi di giugno, abbiamo terminato l’attività sportiva e solo in pochissimi dobbiamo raggiungere il campo sportivo in quanto c’è solo da intervenire per la manutenzione. La nostra non è certamente una protesta, è solo stupore: il provvedimento ci sembra eccessivo. Certo, rimane il disagio di dover compiere un lungo giro, per raggiungere il campo. Tra l’altro, i pulmini con i ragazzi già compiono quel percorso anche se è obiettivamente disagiato: non c’è visibilità e se due auto si incrociano occorre fare retromarcia e dall’inizio della strada non si vede se c’è un’altra auto che sta arrivando».

Elio Sartori non ne fa un dramma certamente. Ma le sue considerazioni riguardano la tolleranza. «In questo caso - dice - si tratta di poche auto che in salita o in discesa, vista la situazione della strada, non transitano certo a velocità pericolosa. Ma tant’è. Se alla fine della sperimentazione (fra qualche giorno) la chiusura dovesse diventare stabile, ci adegueremo. Ripeto, ci sembra eccessivo e anche un precedente discutibile».













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