«Ma ora dobbiamo tornare ad essere uniti»

I vertici di Pd, Upt e Patt puntano sulla coalizione per vincere al secondo turno Panizza avverte: «Attenzione alle insidie del secondo turno e all’astensionismo»


di Luca Pianesi


PERGINE. L’unione fa la forza, ma prima si deve realizzare. Si potrebbe riassumere con queste parole la tornata elettorale di domenica. E tutti gli esponenti dei tre principali partiti che compongono la coalizione del centro sinistra autonomista, presentatasi divisa a Pergine, sono concordi. «La coalizione unita avrebbe raggiunto gli stessi risultati delle elezioni del 2009 - commenta il parlamentare del Pd, Michele Nicoletti - quindi analizzato in questi termini il voto di domenica può essere vista positivamente. Dall’altro lato è un peccato che non si sia riusciti a trovare un’intesa prima delle elezioni. Le comunali permettono di andare al ballottaggio quindi diciamo che potevamo concederci la strategia di andare separati al primo turno, ma speriamo che al secondo le distanze si possano azzerare e che ci si presenti compatti come coalizione». «I presupposti per trovare una convergenza di coalizione sul nome di Oser ci sono tutti - aggiunge l’assessore provinciale dell’Upt, Tiziano Mellarini - però lasciamo piena autonomia ai responsabili di Pergine che si sono dimostrati, capaci e abili. Il risultato raggiunto, che ci consacra primo partito cittadino, ci rafforza notevolmente e mostra che l’Upt è vivo, forte e ben radicato sul territorio. E questo nonostante la situazione sia decisamente cambiata rispetto al 2009. Ora contiamo sul buon esito del ballottaggio». Più cauto il senatore del Patt, Franco Panizza: «I ballottaggi sono sempre rischiosi - spiega - perché vengono a cadere le variabili di lista e i voti portati dai singoli candidati. Diventa un confronto solo tra i due candidati sindaco. I risultati ci fanno ben sperare, comunque, in una vittoria importante ma dobbiamo cercare di limare quei piccoli attriti di coalizione che ci hanno portato a presentarci divisi dal Pd. Noi del Patt siamo qui per ridurre le distanze che si erano create perché sia Pd che Upt non volevano rinunciare al loro candidato. Ora speriamo che si trovi un accordo sul nome di Osler». L’altro dato importante emerso da questa tornata elettorale è il crollo dell’affluenza alle urne, ridottasi di quasi 6 punti percentuali. «E’ il voto di Grillo che si tramuta in astensione - commenta Panizza - visti gli scarsi risultati politici che il M5S sta ottenendo in Parlamento». «Una disaffezione che spaventa - conclude Nicoletti - e che rafforza le liste civiche. Queste possono presentarsi come alternative ai partiti tradizionali, anche se le civiche di Pergine hanno una tradizione radicata negli anni».

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