ambiente e fauna

Lupo, aumentano gli attacchi in Lessinia

Cinque predazioni nel 2014, 11 animali morti. La provincia liquida mille euro a malga Riondera per un asino ucciso


di Giuliano Lott


MONTI LESSINI. Pochi attacchi, ma il numero è in aumento. I lupi della Lessinia, che continuano a spostarsi tra Basso Trentino e Veneto, hanno iniziato a predare gli allevamenti trentini nel 2013, con un paio di assalti, ma già lo scorso anno gli attacchi sono stati cinque, per un totale di 11 animali uccisi e uno ferito. Per l’asino ucciso dal branco a malga Riondera a inizio gennaio la Provincia ha già assegnato ai titolari dell’agritur un risarcimento di 980 euro. ma non sarà né il primo né l’ultimo. «Di solito il lupo cerca le pecore, la sua preda preferita - spiega Claudio Groff del Servizio faunistico della Provincia - ma sul versante trentino ci sono poche pecore. Così il nucleo familiare che si è insediato nel Basso Trentino ripiega sui pochi asini presenti in zona, su vitelli e manze». A volte, quando la preda è più impegnativa, come le manze, attaccano in gruppo. Con gli animali di stazza più piccola attaccano anche da soli».

Ad oggi il branco che vive sui Lessini - che imperversa soprattutto nel veronese, dove tra l’altro gli allevamenti di pecore sono più numerosi - è composto da un numero compreso tra 5 e 7 esemplari. «Negli anni scorsi - racconta Groff - sono arrivati a una decina di esemplari. Si tratta di un nucleo familiare unico, e dato che il lupo è un animale molto territoriale non permette ad altri estranei al branco di avvicinarsi alla sua zona». In sostanza, tutti i lupi della Lessinia appartengono allo stesso branco e sono dunque loro i responsabili delle predazioni. Nel caso di malga Riondera, si è trattato di un assalto di gruppo: l’asino, un esemplare adulto, è stato ucciso e in parte sbranato da più membri della stessa famiglia. La cui presenza preoccupa molto gli allevatori della zona, come evidenzia lo stesso Groff . «É comprensibile, soprattutto in veneto dove arreca più danni. Il lupo comunque è arrivato in Trentino in maniera spontanea, attraverso le Alpi. I primi dati sulla sua presenza risalgono al 2010, ma si trattava di pochi esemplari, che poi si sono riprodotti e vengono continuamente monitorati in un capitolo a parte del “Rapporto orso” . Come Servizio faunistico abbiamo dedicato alla presenza del lupo molti incontri e altri seguiranno. La presenza del lupo va controllata, non si può eliminare». Il 4 marzo al Muse verrà presentato il nuovo “Rapporto orso” e sarà l’occasione di fare il punto anche sul lupo.

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