Lo scrittoio e l’enciclopedia: così rivive Alcide Degasperi 

Lo spazio a palazzo Thun. Alla cerimonia con il sindaco Andreatta anche Carola Gioseffi prima cittadina di Pieve Tesino. E sabato in visita arriva il presidente della Repubblica Mattarella


CLAUDIO LIBERA


Trento. Sono stati il sindaco Alessandro Andreatta e la sindaca di Pieve Tesino Carola Gioseffi a tagliare il nastro gialloblu all’ingresso della sala che ospita da ieri lo spazio riservato al più grande statista della nostra terra. La prima cittadina del suo paese natale ed il primo cittadino nella casa del Comune dove per cinque anni Alcide Degasperi, operò non all’opposizione - parola invisa al sindaco Andreatta - ma in minoranza, sui banchi con Cesare Battisti. Semplice ma carica di significati la cerimonia di ieri pomeriggio nell’atrio di palazzo Thun, con molte persone accorse al richiamo di un evento che anticipa di una settimana la visita del Capo dello Stato – «la terza in diciotto mesi» - si è giustamente vantato il sindaco Andreatta. Sarà infatti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Maria Romana Degasperi, sabato prossimo ad accedere come primo visitatore in quello che non diverrà mai museo o mausoleo, ma un avamposto, uno spazio definito in cui aleggia la figura di Alcide Degasperi, icona dell’onestà e della semplicità, è stato definito, nonché emblema del buongoverno di rilevanza nazionale prima, internazionale poi. Un uomo retto e giusto del quale in questo spazio su più livelli, vengono conservate le memorie ed i documenti che, con firma nel giorno di San Giuseppe del 2018, Maria Romana donò alla città di Trento.

Alla cerimonia, oltre al sindaco Andreatta, al presidente del Consiglio comunale, il direttore del Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi, Paolo Magagnotti che si è occupato delle traduzioni oltre che di tessere i rapporti con la figlia dello statista ed Elena Tonezzer, che coi dirigenti dei vari Servizi comunali ha dato vita a questo luogo che è stato pensato per essere un avamposto di democrazia, un punto di riferimento e pure di studio per le future generazioni. Nonché di rivisitazione per chi ha vissuto quegli anni in cui la politica era un’altra cosa.

Indicativa la frase scelta quasi come linea guida per questo percorso che non vuole essere fredda esposizione ma trasposizione quasi famigliare con le foto incorniciate, l’enciclopedia Treccani consultata costantemente, la scrivania, lo scrittoio, il leggio e soprattutto la prima copia della Costituzione: «Non bisogna sempre avere ragione, bisogna non avere torto domani».













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