Libri, «tassa» sui prestiti all’orizzonte

Dalla Valle dell’ufficio Biblioteche: «Mancano 150 mila euro. Alla politica decidere se chiedere un contributo ai cittadini»


di Luca Marognoli


TRENTO. Una “tassa” sui prestiti librari, ma solo per i volumi spediti da altre biblioteche. É l’ipotesi alla quale sta lavorando la Provincia per raccogliere i 150 mila euro di costi annuali derivanti dal sistema di prestito interbibliotecario, che i tagli al bilancio hanno lasciato privo di copertura. Un servizio che altrove non esiste (neppure in Alto Adige) e che per il Trentino rappresenta un fiore all’occhiello, registrando l’alto gradimento degli utenti: da quando fu istituito, nel 1992, all’anno scorso, i libri movimentati sono passati da 1.200 circa a 105.085. Un vero successo, nella provincia che registra più del doppio dei prestiti medi nazionali. In piena crisi, però, nulla è più come prima ed eccellenze che venivano date per scontate dai cittadini rischiano di diventare delle nuove “tasse” per chi vuole continuare a beneficiarne.

A lanciare l’allarme, sulle pagine del Trentino di ieri, era stato l’assessore alla cultura di Strigno Attilio Pedenzini. Piazza Dante smentisce che si vada verso un balzello fisso di 10 euro l’anno, come paventato da quest’ultimo, ma conferma di stare considerando una forma di compartecipazione alle spese da parte dei cittadini. «No, di tessere annuali non se ne parla. Però mancano 150 mila euro di spese per la circolazione dei libri tra biblioteche e il nostro ufficio sta cercando delle soluzioni tecniche per mantenere in piedi il servizio», spiega Daniela Dalla Valle, direttore dell'Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino. «Già in ottobre l’abbiamo vista brutta. Ne siamo usciti facendo ricorso ai fondi di riserva, grazie ad un ordine del giorno della consigliera Sara Ferrari. Ma ora il problema si ripresenta».

Una soluzione va trovata prima dell’autunno. «Il servizio al momento è in funzione. Siamo ancora in fase di istruttoria: stiamo studiando il modo per fare compartecipare alla spesa i cittadini, ma solo nel caso di prestiti interbibliotecari. Sarebbe anche un modo anche per educare l'utente dimostrando che il servizio è un valore ma ha anche un costo».

Capitano i casi estremi di chi chiede 7-8 libri e poi si dimentica di ritirarli, ma in generale il prestito interbibliotecario è una risorsa importante, soprattutto in una realtà orograficamente complessa come quella trentina, osserva Dalla Valle. «Ogni Comune potrebbe intervenire tariffando il servizio con una cifra simbolica, l’equivalente del costo di una tazzina di caffè», argomenta la dirigente provinciale. «D’altra parte la spedizione di un volume da una biblioteca all’altra e la successiva restituzione costa 3 euro: è la cosiddetta tariffa del “piego di libri”. Le biblioteche cercano di valorizzare il posseduto: per sua natura la biblioteca pubblica è generalista e delle sovrapposizioni tra una sede e l’altra ci sono per forza, ma a un livello di specializzazione maggiore si punta sulla diversificazione. Ciò consente una maggiore copertura informativa, ma implica anche un maggiore trasferimento». Starà poi al livello politico decidere: «Non è compito del nostro ufficio farlo. Se ci sarà una volontà di sostenere questa rete importante a sostegno della crescita culturale, civile, di socializzazione e anche di riqualificazione professionale delle persone grazie ai numerosi corsi organizzati nelle biblioteche, allora troveranno i soldi».

La situazione attuale deriva principalmente da due fattori: «Da una parte la crescita dei costi, visto che il servizio ha preso piede, dall’altra la spending review con un taglio del 30% delle risorse», spiega Dalla Valle.

Il successo del prestito è nei numeri: «Gli iscritti “attivi” nel 2012 sono stati 126.597, considerando le 85 biblioteche comunali (con 40 succursali) ed escludendo le 51 specialistiche, come quelle di ateneo, del Muse o del Buonconsiglio. I prestiti sono stati 1.566.364. L’indice di impatto (rapporto tra iscritti e residenti) è del 26,88%, contro l’11,7% nazionale, mentre nel 2009 era del 25,19. Una lieve crescita, ma soprattutto una fortissima fidelizzazione degli utenti, con uno zoccolo duro consistente che richiede 11 o 12 libri l’anno».

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