Levico Terme, la città delle occasioni perdute

Ecco la lista delle opere ideate, progettate e mai realizzate negli ultimi decenni E ora il ricorso contro l’area Beber mette a rischio anche altri investimenti


di Antonio DeCarli


LEVICO TERME. Il ricorso di Levico Terme spa e alcuni albergatori Asat contro la realizzazione nell’area Beber di un parco commerciale con agorà, aree di carico e scarico, servizi, parcheggi coperti e scoperti, hanno creato non pochi malumori tra gli operatori del turismo levicense. A farsene portavoce è stato il sindaco Passamani con alcune dichiarazione rilasciate al nostro giornale (pubblicate ieri) dalle quali traspare chiaramente la preoccupazione per possibili divisioni in seno alla spa e tra la stessa società e il Comune che potrebbero far arenare anche altri progetti importanti, primo fra tutti la cabinovia Levico – Panarotta.

Non sarebbe però la prima volta che la città si troverebbe a mettere nel cassetto progetti rilevanti per il proprio sviluppo. La lista delle “occasioni perdute” per Levico è piuttosto lunga, che parte dalle brucianti bocciature della centralina idroelettrica sul torrente Argento/Larganza e del Centro Europeo di Medicina Sportiva con la prima Rem in Regione, chiusa prima di poter decollare. Ed ancora la rinuncia a realizzare il campo da golf a 18 buche e per anche, 23 anni fa (era il 1989) la proposta di un parcheggio coperto con terrazza panoramica in area Vettorazzi-Beber. Vanno ricordate poi la mancata realizzazione della funivia per Vetriolo - Panarotta pronta per essere finanziata nel 1972 dal Ministero delle Partecipazioni Statali tramite Efim-Ote, poi negli anni ’70-’80 il concorso ippico nazionale abbandonato dopo la 7° edizione, la parziale ricostruzione di Castel Selva da parte di privati, il Triangolo d’oro del termalismo, la marcia a piedi pre-Nimega estiva con un replay invernale sugli sci, l’abbandono dopo qualche anno di Arte Estate organizzata dal giornale Alto Adige, l’abbandono del Palio nazionale del Gourmet, il progetto della nuova sede con arena spettacoli dell’allora Azienda di cura e soggiorno, la proposta di spostare il Comune nel piazzale ex Caserme con sottostanti stazione autocorriere e parcheggi pubblici, Folklore sui laghi e il “Mundialito” ideato da Francesco Moser. Più tardi nel 1985 fu cassata la proposta di completare uno studio del professor Ettore Bonazza per un rilancio turistico della città e con gli obiettivi di competenza del Comune e delle varie categorie economiche. Poi nel 1988 fu fatta smontare nel palazzo Apt di viale Lido (e lasciata migrare nel chiostro francescano di Ravenna mancando un importante obiettivo di turismo culturale in loco) una mostra di 350 sculture bronzee sulla Divina Commedia e circa 200 quadri ad olio raffiguranti i laghi del Trentino il tutto donato alla città dall’artista trentino Coré. Sempre in quel periodo il mancato completamento della passeggiata lungo il lago per l’opposizione verso alcuni tratti del percorso e che solo ora sta per essere realizzato.

Il sindaco Passamani ha quindi espresso un auspicio che sa pure di monito: «Quanto si sta progettando per la città in questo momento difficile come questo potrà essere realizzato solamente lavorando tutti assieme con un unico obiettivo».

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