PATRIMONIO UNESCO

Le società alpinistiche: "Passi dolomitici chiusi d'estate dalle 9 alle 15"

In un documento la Sat trentina, il Cai altoatesino e l'Alpenverein sudtirolese propongono di consentire l'accesso solo con i bus navetta da giugno a settembre



TRENTO. Passi dolomitici chiusi da giugno a settembre, dalle 9 alle 15. In quota con i bus navetta, per fermare l’assedio estivo delle auto, rispettare la montagna, restituire fascino ed emozione. Lo chiedono in un documento comune la Sat trentina, il Cai Alto Adige e l’Alpenverein Südtirol: il mondo dell’alpinismo boccia i pedaggi, «non raggiungerebbero lo scopo».
 È una presa di posizione forte quella del mondo alpinistico, a cinque anni di distanza dall’appello lanciato alla Provincia di Bolzano affinché rivedesse l’idea di porre un pedaggio su alcuni passi dolomitici. Ora che quella proposta è stata rilanciata dall’assessore altoatesino Florian Mussner, ed ha sollevato un dibattito che ha coinvolto anche l’assessore trentino Alberto Pacher favorevole alla chiusura a ore, le rappresentanze dell’alpinismo tornano a farsi sentire.
 Lo fanno con un documento sottoscritto dai presidenti di Sat, Cai e Alpenverein Piergiorgio Motter, Giuseppe Broggi e Georg Simenoni: «Le Dolomiti patrimonio dell’umanità devono diventare modello per la fruizione consapevole e la conservazione del territorio. Un modello di valorizzazione, intesa non come capacità di monetizzare il grande richiamo che le Dolomiti esercitano, ma come capacità di recuperare un’identità fatta di spazi, di silenzi, di armonie». Fermare l’invasione delle auto sui passi durante l’estate per gli alpinisti significa «ritrovare un fascino di tempi dilatati che permettono una percorrenza più attenta, più lenta, più appagante; scoprire una dimensione meno brutale e consumistica della ricchezza paesaggistica e del bene ambientale». Di qui il rilancio della proposta formulata già cinque anni fa: chiusura dei passi nei mesi estivi, da giugno a settembre, nella fascia che va dalle 9 alle 15. Una chiusura che secondo gli alpinisti andrebbe accompagnata da un «efficace servizio di trasporto collettivo pubblico e privato».
 Bocciata invece l’idea un pedaggio per chi vuole transitare con la macchina. «Già cinque anni fa avevamo evidenziato come questa misura non avrebbe portato a una riduzione del traffico. Cosa puntualmente avvenuta», osservano Sat, Cai e Alpenverein, per i quali il pedaggio non è una barriera sufficiente a fermare le auto, salvo che per i meno abbienti cosa oltretutto ingiusta. Lo scopo di contenere il traffico, che d’estate diventa impattante, per gli alpinisti può essere raggiunto «solo con un divieto da applicare a tutti». Un monito destinato a pesare, nel dibattito sul futuro dei passi dolomitici













Scuola & Ricerca

In primo piano