Le periferie: «Andreatta vada a casa»

Il coordinatore dei presidenti di circoscrizione Stefani: «Sulla riforma ritardi che non possiamo permetterci»


di Luca Marognoli


TRENTO. Abolire il servizio decentramento e mandare a casa il sindaco. Armando Stefani, coordinatore dei presidenti di circoscrizione e portacolori del Pd come Andreatta, non usa giri di parole per spiegare cosa si dovrebbe fare per rifondare il sistema del decentramento comunale. La formula che suggerisce si può riassumere in poche parole: tagliare i costi della “macchina” e favorire la partecipazione.

«In questi anni - dice - nessuno ha mai fatto la disaggregazione dei costi delle circoscrizioni: c'è chi li ha stimati in 3 milioni, ma quanto è da addebitare agli sportelli e quanto al servizio decentramento? Quest’ultimo davvero svolge una funzione essenziale? A me risulta che il personale passi le settimane, i mesi, gli anni a capire se noi ci comportiamo bene e seguiamo i regolamenti. Ma le leggi continueranno ad esserci anche senza decentramento. Davvero io non ho capito a cosa serva».

Quanto al responsabile dell’impasse, Stefani non ha dubbi nel puntare il dito verso Andreatta: «Se non sbaglio è andato sott'acqua 5 volte. Capisco la prima, posso capire anche la seconda, ma poi basta. Non esiste che alla quinta uno dica: non chiedo scusa. La quinta non dovrebbe esistere».

Presidente Stefani, la mancata riforma delle circoscrizioni è stato uno dei fallimenti di questa legislatura. Concorda?

La mancata riforma è da accreditare alla precedente consiliatura. Di tutto quel lavoro durato anni ricordo che l'unica novità rilevante è l'aver diviso la “partecipazione” dal “servizio decentramento”. In questa consiliatura ci si è limitati a dare valore zero al lavoro di presidenti e consiglieri.

Il ruolo e le funzioni del decentramento, secondo il suo partito, dopo molti anni vanno rivisti. È d'accordo?

Tutti concordiamo nel dire che le Circoscrizioni vanno riformate. Penso che se vogliamo salvare la partecipazione dobbiamo azzerare ciò che abbiamo immaginato mezzo secolo fa, un impianto burocratico per cui se devo comprare 60 euro di pannelli la mia segretaria passa ore al telefono per convincere la dirigente che tutto verrà fatto secondo i sacri crismi, la quale approfondirà con i suoi più stretti collaboratori se l'acquisto sarà ok per la Corte dei Conti; con il risultato che dopo alcune settimane questi pannelli riusciremo, forse, a comprarli ma nel frattempo saranno costati 300 euro, senza contare che avremo perso la voglia di lavorare per la comunità. In sintesi propongo di eliminare il servizio decentramento e i segretari di circoscrizione. Al loro posto immagino tre semplici step: primo, i cittadini votano i consiglieri di zona, magari al di fuori delle liste di partito; secondo, i consiglieri hanno a disposizione degli spazi e inviano le loro proposte e i loro pareri (mai obbligatori) direttamente ai consiglieri comunali, usando una normale e-mail; terzo, il consiglio circoscrizionale viene dotato di un fondo che il presidente e la sua maggioranza useranno a beneficio della comunità. Chi usa male il denaro pubblico viene punito. Via il 90% dei costi legati alla partecipazione. Viva la partecipazione!

Nel dettaglio, che ne pensa dei punti al centro del dibattito: l'indennità ai presidenti (tre fasce a seconda delle dimensioni), il gettone ai consiglieri, la riduzione del numero delle circoscrizioni?

Se passasse l'impianto di cui sopra potremmo permetterci anche 20 consigli circoscrizionali e potremmo offrire un riconoscimento a chi lavora per la comunità. Ricordo che i presidenti lavorano mediamente dalle 3 alle 6 ore giornaliere. Non credo si possa chiedere un impegno rilevante e sistematico con un semplice grazie.

Il sindaco e l'assessora hanno avuto delle responsabilità nel naufragio della delibera?

Se la squadra non lavora bene il responsabile è il capo. E non parlo solo della delibera che ci riguarda. Il sindaco ha la responsabilità di perdere tempo prezioso. In un mese cambia l'Europa e noi siamo fermi da un anno. Inaccettabile: non possiamo permettercelo. Cosa deve fare Andreatta? Convocare i consiglieri di maggioranza, definire cinque azioni da portare a casa nel prossimo anno e promettere che la prossima volta che manca il sostegno si va tutti a casa. È doveroso verso la città, che ha molti problemi da risolvere.

Da quanto si parla ormai di un nuovo decentramento?

Solo Tomasi ci ha lavorato 4 anni, ma anche prima se n’è parlato abbondantemente. Il problema è che non è saltato fuori nulla. Se si chiede quali siano stati gli elementi essenziali di questa riforma, chiunque avrà difficoltà a rispondere.

Crede che si possa tornate in aula in tempi ragionevoli?

Non credo e vorrei poter essere smentito.

Cosa chiedete in definitiva voi presidenti? Quale sarebbe l'assetto ottimale del decentramento comunale?

Impossibile rispondere con una battuta. Tenterò, con i miei colleghi e con la commissione comunale deputata al decentramento, di costruire un percorso che porti ad una proposta condivisa, che salvi la partecipazione e dia risposte concrete al problema della sostenibilità economica, questione trasversale a tutta la nostra società.













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