IL GRUPPO

Le “Fornelle” trentine si ritrovano dopo un anno e mezzo

E da settembre torneranno gli incontri alla “Kaire” ma serali, non più a mezzogiorno


di Claudio Libera


TRENTO. La conferma è ufficiale ed arriva da Nicoletta Morelli, una delle anime del gruppo, quello delle “Fornelle”: “Venerdì ci ritroveremo a tavola nella casa di una di noi per salutarci prima delle ferie”. La prima volta in presenza dopo un anno e mezzo di incontri solo in teleconferenza. “Poi le riunioni periodiche ritorneranno a settembre, sempre da Kaire ma non più a pranzo bensì a cena”. Infatti Mirko Buldrini lo chef, il responsabile, il coordinatore in pratica “il padrone di casa Kaire” con la moglie Alessandra Cipollone; Samuele il figlio; Paolo e Davide della brigata di cucina, Antonio responsabile della sala a mezzogiorno ha vinto la gara di appalto del servizio mensa a Dolomiti Energia quindi la disponibilità dei locali al mezzogiorno non è più possibile. Cambierà solo l’orario, null’altro. Poi una ventina di ragazzi che studiano, imparano a vivere in comunità e ad apprendere una professione che ha davanti un futuro vero.

Per spiegare, si tratta del Centro Polifunzionale Kaire, sede legale dell’Associazione e luogo di coordinamento per tutte le attività di formazione e sensibilizzazione nel Nord Italia, situato al Convento di San Bernardino salita San Francesco in cima a via Grazioli, belvedere sulla città messo a disposizione in comodato gratuito dai Frati francescani minori di Trento.


Torniamo a Le Fornelle: da trent’anni più uno – l’anniversario si è festeggiato nel 2019 – 18 signore di belle speranze, tante idee, molta voglia di fare, capacità imprenditoriali, amore per la cultura e la cucina, si ritrovano (ritrovavano) periodicamente. Le tradizioni e lo stare insieme, le uniscono (univano) prima ai fornelli e poi a tavola almeno cinque volte l’anno. Ma con contatti quotidiani tra di loro. Ed è questa la loro storia.


Le “Fornelle” di Trento da Kaire
Sono le componenti dell’Associazione “Il Fornello”, un club nato nella “cucina dei rami” del Castello di Rivalta dei Conti Zanardi Landi per opera di Magda Lucchini. Per la verità a portare l’idea a Rovereto per prima fu, nel 1988, Margherita, la scomparsa moglie del dottor Mario Cristofolini successivamente la proposta è arrivata a Trento. Delle ideatrici iniziali ne sono rimaste tre, tra cui Gigliola Bertolini, quindi dal ritrovarsi iniziale in casa di una o dell’altra si è arrivati prima all’incontro al Wallenburg poi Mas dei Chini, quindi al Centro Kaire Nuovi Orizzonti al convento in cima alla salita San Francesco di via Grazioli.


In cucina ma con tavole addobbate dai fiori
Come illustra Nicoletta Miorelli, “la nostra è la voglia di riunirsi attorno ad una tavola bene apparecchiata per gustare in armonia i piatti appena preparati da noi stesse. Una sorta di Accademia della cucina italiana dove noi socie - l'associazione è formata solo ed esclusivamente da donne – non gustiamo piatti preparati da altri ma noi stesse ci trasformiamo in cuoche”. Compresi i fiori dal momento che quasi tutte fanno parte del Garden Club.


Incontri preparatori dei pranzi e interclub
Ogni anno gli incontri sono 5/6 – ma molte di più sono le occasioni per stare insieme anche con le famiglie - ma preceduti ognuno da almeno il doppio di appuntamenti in cui si decide il menù, si distribuisce la lista della spesa. Infatti ognuna delle aderenti, acquista quanto è stato stabilito e poi il costo viene suddiviso. E tutte collaborano in cucina e poi preparano la tavola, in maniera appropriata. Perché sempre di cultura e ricerca si tratta, come insegnarono allora le signore che iniziarono ai tempi degli anni ’90; le mogli dei professori Stringa e Malossi, Bice Cesarini Sforza, la signora De Pretis, la “Trento bene” che senza puzza sotto il naso aveva deciso che lo stare insieme a tavola era un’opera culturale, di conservazione della memoria e della tradizione.


Azioni concrete di aiuto a chi ha bisogno
Gli incontri annuali sono poi intervallati anche da interclub con le altre “fornelle”; “in Italia le delegazioni sono 40, l’ultima nata è Enna, in regione sedi a Rovereto, Trento e Bolzano. Ma le signore “fornelle” – nelle grandi città quando si superano le 20 socie si fonda un gruppo giovanile, le “fornelline” – non si limitano a studiare ricette, fare la spesa, preparare i piatti e gustarli in una tavola bene imbandita ma danno pure opere di bene. “Avevamo organizzato anche dei tornei di burraco - dice la signor Morelli con la signora Lunelli del Ferrari - ma ci sembrava sbagliato fare beneficenza utilizzando i denari altrui, così ci siamo autotassate”. E nel tempo hanno aiutato l’ospedale pediatrico di Brasov in Romania, le famiglie dei Caduti di Nassirija, poi quelle delle zone terremotate di Colfiorito, L’Aquila, dell’Emilia Romagna, di Amatrice. Due anni fa, in occasione del 30°, le “Fornelle” hanno destinato due borse di studio ad altrettanti ragazzi del Centro Kaire che le ospita e che frequentano la scuola provinciale per cuochi di Rovereto. Concludendo “il tavolo diventa per noi un luogo d’incontro, elegante ed ospitale ed assume il ruolo in cui si celebrano i riti pagani del cibo ed i riti sacri del piacere dell’amicizia”.













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