Le famiglie trentine sono più povere

In cinque anni raddoppia l'indice di «deprivazione»: le spese sono ridotte


Robert Tosin


TRENTO. In cinque anni in Trentino sono raddoppiate le famiglie che prima di spendere devono pensarci due volte. I dati dell'Istat fanno notare che la nostra provincia ha perso anche la leadership incontrastata del 2005, a favore della valle d'Aosta e della provincia di Bolzano. Certo, nulla a che vedere con Sicilia, Puglia e Basilicata. Ma la crisi si fa sentire anche qui. L'Istat lo definisce l'indice di deprivazione, che non è esattamente coincidente con quella della povertà. Su questo fronte, infatti, paradossalmente il Trentino ha migliorato le sue condizioni, assestandosi su un 5,9% del 2010 in media con le regioni del Nord e ampiamente migliore rispetto a realtà del Sud che navigano su una media del 23 per cento.

Per deprivazione, l'istituto di statistica indica quella situazione per cui una famiglia palesa tre sintomi di un "elenco" deciso a tavolino. Tra le voci, per esempio, c'è il fatto di non potersi permettere di riscaldare a sufficienza l'alloggio, oppure di avere degli arretrati da pagare, oppure non potersi permettere una settimana di vacanza fuori casa, o ancora di non poter far fronte a spese impreviste. Ma anche non potersi permettere la Tv, la lavatrice, l'auto nuova. Insomma, in estrema sintesi, se la famiglia è costretta non solo a risparmiare, ma anche a scegliere cosa pagare e cosa abbandonare nel cassetto dei sogni.

Secondo i rilevamenti effettuati negli anni, il Trentino ha vissuto anni d'oro: dal 2004 al 2006 ha avuto una percentuale bassissima di famiglie "deprivate", la migliore d'Italia e di gran lunga. In questo periodo il trentino non ci pensava due volte a comprarsi la lavatrice, la tv nuova o il frigo, e non batteva ciglio quando arrivava la rata del mutuo o dell'affitto. Un primo segnale che le cose stavano cambiando è arrivato nel 2008, quando Valle d'Aosta e Bolzano avevano conquistato i primi due posti, mentre il Trentino pagava un secco punto percentuale di peggioramento. Un po' meglio è andata nel 2008, ma soprattutto perché è peggiorata complessivamente la situazione nazionale, prima di arrivare al picco del 2009, con un 6,1 per cento che è esattamente il doppio del 2005.

Un altro dato che evidenzia le difficoltà delle famiglie arriva dal contributo energetico per le famiglie numerose, cioè quell'aiuto provinciale per pagare le bollette: nel 2011 lo hanno chiesto 5.595 famiglie, per un contributo medio di 190 euro. «E' un effetto evidente della crisi che morde anche qui - commenta il sociologo Antonio Schizzerotto - anche se dobbiamo stare molto attenti a trarre conclusione a fronte di questi dati. L'indice di deprivazione tiene conto infatti di una serie considerevole di variabili e non è un indice di povertà. Il peggioramento della situazione fa emergere però che anche i trentini stanno molto attenti a come spendono i loro soldi e prima di fare un acquisto valutano bene la loro situazione economica, privandosi di qualcosa che ritengono per il momento non indispensabile».













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