Le Acli: «Serve un’autonomia generosa»

Oliver: «Nel nuovo Statuto le istanze del sociale». Referendum costituzionale, l’associazione non si schiera: informeremo»


di Chiara Bert


TRENTO. «Il nuovo Statuto dovrà caratterizzare l’autonomia per generosità e solidarietà». È questo l’impegno delle Acli in vista dei lavori della Consulta per la riforma dello statuto, dove a rappresentare l’associazione, e il mondo del sociale, ci sarà Fabio Pizzi. Il presidente Luca Oliver, eletto lo scorso maggio, lo ha detto ieri alla festa estiva del movimento, a Transacqua in Primiero, dove ha parlato di quello che il movimento aclista chiede alle istituzioni e alla politica ma anche della responsabilità della società trentina, e del terzo settore in primis, per rilanciare l’autonomia.

Povertà. Nelle priorità delle Acli c’è - non da oggi, certo, ma sempre urgente - la lotta alle povertà. L’associazione proseguirà nella raccolta di fondi attraverso il 5 per mille da destinare a progetti come avvenuto a Mezzolombardo, Borgo e Trento in collaborazione con le parrocchie. La lotta alle povertà, come specificato in un incontro con il vescovo Lauro Tisi, si tradurrà in una particolare attenzione per quelle fasce di cittadini che comunemente sfuggono alle statistiche in quanto fenomeni sommersi e quindi poco evidenti.

Autonomia. L’altra priorità riguarda il futuro, ovvero l’impronta che le Acli intendono dare alla loro presenza nella Consulta per il nuovo Statuto. «L’autonomia - incalza Oliver - non è un tema di palazzo. Dobbiamo sapere che fuori dai nostri confini ha solo nemici perché non è conosciuta. Noi lavoreremo per portare il sociale dentro il nuovo Statuto e questo significa riuscire a caratterizzare la nostra autonomia per generosità, accoglienza e solidarietà. Ne abbiamo già dato prova, si tratti degli stranieri piuttosto che dei Comuni di confine, ma questa cifra dovrà andare oltre a impegni estemporanei. Il messaggio che vorremmo passasse, anche all’esterno, è che grazie all’autonomia noi possiamo fare di più, per i trentini e per chi viene da fuori». Le Acli, insiste Oliver, «saranno cassa di risonanza per altri, più piccoli di noi». Lo faranno anche attraverso la costituzione di una «Consulta parallela a quella ufficiale» a cui possano partecipazione tutte le voci dell’associazionismo trentino: «Servirà a far comprendere che l’autonomia non si esaurisce in una partita di bilancio o in questioni normative, ma è soprattutto un processo di partecipazione sociale e di responsabilità che deve svilupparsi a partire dal senso civico di ogni singolo cittadino». L’appello alle istituzioni e ai partiti è di «ascoltarci di più, a partire dalla scrittura delle leggi, al pari di categorie economiche e sindacati»: «Rappresentiamo 20 mila soci e attraverso Caaf e patronati intercettiamo ogni anno 150-180 mila persone».

Referendum costituzionale. Le Acli, ha detto Oliver, «si definiscono una “scuola di democrazia” e come tale intendono promuovere dibattiti e approfondimenti in vista del referendum di novembre dove gli italiani saranno chiamati a decidere sulla riforma della Costituzione. «Non ci schieriamo per il sì o per il no, ma investiremo il nostro impegno su una campagna formativa affinché i cittadini siano liberi di scegliere con cognizione di causa».

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