«Lago di Caldonazzo, serve lo stato di calamità»

La richiesta degli operatori economici che hanno le attività sommerse dall’acqua Mellarini: «Agiremo rapidamente». La Lega Nord: «Tanti studi, ma niente fatti»


di Roberto Gerola


PERGINE. Incontro tra operatori economici, Provincia e protezione civile per valutare la situazione del Lago di Caldonazzo all’indomani delle forti piogge che hanno provocato seri danni lungo le sponde, in particolare alle attività turistico-ricettive. Dalla Provincia, una prima considerazione: «Siamo disponibili a valutare la richiesta delle amministrazioni comunali assicurando la massima attenzione e rapidità nell'agire», dice l’assessore Tiziano Mellarini, con la richiesta da parte delle categorie economiche dello “stato di calamita”.

Ieri, operatori e Provincia, con Mellarini con i dirigenti della protezione civile e del servizio bacini montani, si sono riuniti nella sede di Confcommercio, per valutare la situazione del lago di Caldonazzo, ben oltre il livello di guardia (il livello è salito di 30 centimetri in questi giorni), e che ha provocato ingenti danni alle strutture, compromettendo in maniera grave l’avvio della stagione turistica. Gli imprenditori sono, infatti, fortemente preoccupati per la frequenza con cui si stanno verificando, negli anni, questi fenomeni. Al tavolo con Mellarini, i dirigenti Roberto Coali e Roberto Bertoldi; per Confcommercio Trentino, erano presenti il presidente Giovanni Bort, il presidente di Faita Fabio Poletti e il direttore Giovanni Profumo, nonché gli avvocati Fabrizio Marchionni e Selene Sontacchi. Le forti piogge hanno evidenziato un duplice problema: da una parte, l’emergenza da risolvere immediatamente per far calare il livello dell’acqua e consentire agli operatori gli interventi di ripristino delle aree allagate e quindi avviare la stagione turistica nei tempi più rapidi possibili. Dall’altra parte, invece, è emersa la necessità di prevenire proprio tali emergenze con lavori e monitoraggio del lago. La Provincia ha previsto una serie di lavori (suddivisi in tre lotti, il primo dei quali già avviato) per ottimizzare il deflusso naturale delle acque, operando anche sul torrente Brenta. Lavori non semplici - hanno spiegato i dirigenti provinciali - che dovrebbero però garantire una certa sicurezza per gli anni futuri. La Provincia metterà immediatamente a disposizione dei legali di Confcommercio Trentino tutta la documentazione relativa all’andamento delle piene del lago negli ultimi dieci anni, per consentire le opportune valutazioni. Entro una decina di giorni è prevista una nuova convocazione degli imprenditori.

Contro l’inerzia della Provincia, conferenza stampa ieri della Lega Nord con il senatore Sergio Divina, il consigliere Claudio Civettini, Roberto Paccher e la candidata a sindaco a Pergine Tiziana Frisanco affiancata da un gruppo di candidati. Prima al Lido di Caldonazzo, poi alle Darsene di San Cristoforo. Le argomentazioni di Civettini sono state chiare: nulla è stato fatto e in occasione di grandi piogge, il lago invade e danneggia strutture balneari, ricettive, campeggi, abitazioni. Prima di tutto il Lido di Caldonazzo e quello di San Cristoforo sulla sponda perginese, ma poi anche i campeggi a Caldonazzo, Calceranica, Valcanover e San Cristoforo: sono stati oggetto di molte disdette proprio per le Pentecoste. Un’interrogazione ancora nel 2010 con promesse ma nulla di fatto se non tre milioni di spesa per uno studio che non ha risolto il problema. Ieri anche il consigliere Pino Morandini ha presentato un’interrogazione in proposito sempre per conoscere cosa intende fare la Provincia.

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