«La tassa sui prestiti? Sì, ma solo per salvare un servizio eccellente»

Lo scrittore Carmine Abate avrebbe preferito la gratuità «Nessun danno agli autori: la lettura va sempre promossa»


di Luca Marognoli


TRENTO. Meglio se è gratis, pazienza se si paga purché la “tassa” si limiti ai prestiti interbibliotecari, preservando un servizio di eccellenza che poche realtà extraprovinciali possono vantare, e che la compartecipazione del lettore alle spese di spedizione resti una cifra simbolica. Parola di Carmine Abate, scrittore e insegnante trentino di adozione, in questi giorni nella sua Calabria, punto di appoggio per le presentazioni in tutto il Sud Italia del suo romanzo “La collina del vento”, grande saga familiare ambientata proprio nella terra degli avi che dopo avergli fruttato il Campiello 2012 è uscito ora nella collana “Numeri primi” di Mondadori.

Abate, la Provincia valuta seriamente l'ipotesi di far pagare ai lettori una sorta di tassa sui prestiti interbibliotecari, quelli che prevedono la spedizione da una sede all'altra. Che ne pensa?

Così, di primo acchito direi che sarebbe un peccato, perché limiterebbe sicuramente i prestiti. Ci sono dei tascabili che costano poco di più. Se questo è l'unico modo per mantenere un sistema originalissimo, che non credo ci sia in tante altre parti d'Italia, bisogna accettare di fare, forse, un sacrificio. Sicuramente però ci sarà un calo nelle richieste: non c’è dubbio.

In realtà si tratta di una compartecipazione del cittadino ad una spesa sostenuta finora solo dalla Provincia, che istituì il servizio nel 1992. La spedizione e restituzione costa circa tre euro: si parla di chiederne al lettore uno.

La premessa è che qualsiasi taglio alla cultura e alla lettura non va bene. Fermo restando che il sistema bibliotecario trentino è uno di quelli che funziona meglio, con un servizio di qualità e biblioteche che non faccio altro che elogiare in giro per l'Italia per come sono rifornite. Molto spesso sono ricorso per gli studenti a questi prestiti intercomunali. Quindi non farei, come succede in questi casi, una guerra sull'euro. Se ci si può ripensare, sarebbe meglio che il servizio fosse gratuito. In caso contrario, penso che il lettore a cui serve a tutti costi quel libro possa accettare l'euro. Purché questo non sia il primo segno di un arrendersi alla crisi generale e di un iniziare a tagliare sulla cultura: non sarebbe un bene per una provincia come la nostra che ha sempre puntato sulla cultura e con ottimi risultati.

Beh, guardandola dal punto di vista di uno scrittore la tassa potrebbe anche essere considerata un incentivo all'acquisto.

Io personalmente credo che l'importante sia leggere: che uno poi vada in libreria o no non fa differenza. Sono stato contento di essere primo nella classifica delle vendite, ma anche secondo dopo Dan Brown, anni fa, in una biblioteca di Rovereto. Del resto con i libri non è che si riesca a vivere. Ciò che conta è che vengano letti. A volte i lettori delle biblioteche poi il libro che apprezzano vanno ad acquistarlo: c'è chi lo porta da autografare intonso. Anzi: il prestito è un modo per creare lettori.

Le biblioteche trentine hanno inaugurato da non molto il servizio di prestito online: più di 1.700 i volumi in formato ebook disponibili gratuitamente. Un bene o un male?

Anche qui non bisogna fare la guerra all'ebook: c'è gente che non può recarsi né in biblioteca né in libreria. Io amo leggere il cartaceo ma non per questo considero queste forme alternative il demonio: sono modi ulteriori per aumentare la lettura, che è fondamentale nella vita di tutti noi, soprattutto dei giovani. Anche per questo di presentazioni ne faccio moltissime e non parlando dei massimi sistemi ma leggendo dei brani.

É inevitabile chiederle dei consigli di lettura.

Due libri che sto leggendo ora: Viaggiatori di nuvole, di Giuseppe Lupo, edito da Marsilio e Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario di Amara Lakhous, pubblicato da E/O. Il primo è un romanzo in parte storico scritto da un grande affabulatore, il secondo tratta con ironia il tema del multiculturalismo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano