La Superstatale incombe sulla Valsugana

Approda al Ministero il progetto del Veneto per la strada a pedaggio. Domani a Borgo incontro con i comitati di cittadini


di Marika Caumo


BORGO. La Nuova Valsugana, il progetto autostradale veneto che arriverà fino alle porte del Trentino, continua a far discutere. La commissione regionale Via del Veneto ha espresso a fine gennaio parere favorevole alla compatibilità ambientale del tracciato, con numerose prescrizioni. Ma se in Trentino la posizione è di unanime e netta contrarietà, con amministratori locali e Provincia che stanno pensando a soluzioni "difensive", per rallentare il traffico sul tratto provinciale della Statale 47 al fine di disincentivare il progetto, cosa succede al di là del confine? In Veneto la questione è ancora più sentita, con Regione, Comuni, partiti politici e comitati di cittadini schierati su fronti opposti. Un'idea più chiara di cosa sta succedendo, di cosa prevede questo nuovo progetto in termini di opere e di impatto ambientale, la gente potrà farsela domani sera. Alle 20.30 nell'auditorium della Comunità di valle il Gruppo Spontaneo di Solagna promuove, infatti, un incontro informativo su questa Supervalsugana a pedaggio (in un recente incontro a San Nazario si è ipotizzato un ticket di 5 euro per le auto e 10 per i camion nel tratto San Marino - Castelfranco). "Nuova Valsugana - No alla devastazione del territorio - Sì al servizio al territorio" è il titolo dell'incontro, che vede tra i relatori Andrea Zanoni (Deputato Parlamento Europeo), Maria Pia Farronato (Labc - Laboratorio Civico e L'eco dalle terre) e Sunil Pellanda (coordinatore Idv Valsugana Tesino).

«Non diciamo no all'opera ma alla devastazione ambientale ed economica che creerà. Nessun comitato per il no, nessuna chiusura, cerchiamo una concertazione, una soluzione condivisa», spiega Maria Pia Farronato, che raccoglie oltre 30 comitati veneti che stanno seguendo le vicende di diverse grandi opere, dall'ospedale di Santorso alla Pedemontana fino alla Valsugana, chiedendo di rivederne lo sviluppo. Numerosi gli incontri pubblici fatti nei Comuni della Valbrenta e del Bassanese, con una puntatina anche nel Bellunese. Domani la prima serata in Trentino. Alla Farronato il compito domani di illustrare il progetto dalla parte sud fino al traforo di Romano d'Ezzelino, quindi Bruno Smaniotto del Gruppo di Solagna dettaglierà la rimanente parte. Un progetto di finanza da 1 miliardo di euro (731milioni in origine, poi le 5 varianti, tra cui l'ultima che aumenta il traforo sul massiccio del Grappa, hanno aumentato il costo), «dove gli interessi sono in mano ai privati e a noi rimarranno i debiti e la devastazione. In questo modo mettiamo il territorio nelle mani delle banche», spiega, e ricorda che nell'asseverazione della Nuova Valsugana c'è la Monte dei Paschi di Siena. «Le opere servono, ma devono rispondere alle esigenze del territorio e non vanno calate dall'alto. La finanza di progetto in salsa veneta porterà al collasso, creerà disastri ambientali ed economici. Per noi va messa in sicurezza, nel tratto di Carpanè e San Nazario. Si potevano studiare sottopassi o l'allargamento della sede stradale, invece di fare trincee e gallerie. Con minor costo e uso del territorio», aggiunge Maria Pia Farronato che spiega: «Ci sarà un disservizio anche per i Trentini che lavorano o passano per quei territori. Si parla di 40-50 cent per chilometro e allora la scelta degli automobilisti sarà riversarsi nella parte destra, tornando ad invadere i centri abitati. Ma perché si regga e venga risanato il debito, il progetto di finanza ha bisogno di 40mila veicoli al giorno e quindi ci saranno autovelox e maggiori controlli della polizia locale, si farà di tutto per far prendere la strada a pedaggio». E proprio sui rapporti Veneto - Trentino, aggiunge: «Hanno sempre detto che non ci sono soldi, ora saltano fuori. C'è fretta, hanno paura dell'opposizione del Trentino. Non si può pensare a questa urbanizzazione senza sentire la vostra Provincia. D'altro canto sulla Valdastico il Trentino è bloccato. Certo impatterebbe meno e sarebbe la conclusione di quanto iniziato».

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