La storia di Pantani rivive nelle aule del Tribunale a Trento 

Il regista Ciolfi in città: «Racconto il calvario dell’uomo» La troupe impegnata nelle riprese, scavando nei processi


di Francesca Quattromani


TRENTO. «Racconto l’uomo: Marco Pantani». Il regista Domenico Ciolfi misura i passi e le parole nelle aule del tribunale di Trento, dove sono iniziate ieri le riprese trentine del film «Il caso Pantani», che uscirà il prossimo anno. L’indagine, fatta di cuore ed atti giudiziari, vede la troupe impegnata per qualche giorno a Trento e per oltre una settimana a Madonna di Campiglio. «La sceneggiatura è stata costruita sulla base degli atti giudiziari -racconta Ciolfi- Abbiamo raccolto materiale a Trento, Rimini e Forlì. Un lavoro che va avanti da circa 4 anni e mezzo».

Raccolte le testimonianze di più di 100 persone tra compagni, avversari testimoni. «Un film inchiesta perché si sofferma sugli atti giudiziari. Si vedrà fra un anno. La data è stata scelta per ricordare i 20 anni da quando Pantani venne fermato a Madonna di Campiglio. Era il 1999». Nell’indagine del film emergono due pagine nere. «La prima è relativa ai controlli di Campiglio -spiega il regista- e all’avvenuta deplasmazione; un dato ormai accertato anche dalle testimonianze di alcuni camorristi che sapevano di quanto era accaduto. Una pagina oscura. Poi c’è Rimini. Noi ricostruiamo la stanza dove Pantani è stato l’ultima settimana. Una ricostruzione accurata. Le misure sono le stesse, la proporzione, anche quella degli oggetti che sono in scena. L’attore rivivrà, per una settimana, quello che ha vissuto Pantani».

Il film, che sta occupando le aule del tribunale di Trento, racconta gli ultimi 5 anni del campione. È un resoconto: da quando viene fermato a Madonna di Campiglio fino alla sua morte, a Rimini.

«Racconterà il calvario di questo ragazzo e la parte più intima, quella che siamo meno abituati a leggere sulle cronache dei giornali. Farà il punto sulle inchieste, sia quelle relative al caso dell’esclusione dal Giro per presunto doping fino alla morte, avvenuta a Rimini in condizioni molto ambigue». Così sono stati ricostruiti i processi avvenuti a Trento relativi ai fatti di Madonna di Campigli, alcune parti dell’inchiesta riaperta a Rimini sulla morte, la riapertura successiva di Forlì, sempre relative a Madonna di Campiglio. Molti gli attori trentini in questa produzione: rivestono il ruolo di giudici e avvocati, accanto ad alcuni attori romagnoli. L’obbiettivo dichiarato del regista è «raccontare la storia di un uomo che siamo poco abituati a vedere sulla cronaca. C’era il campione, poi il tossico dipendente, ma Marco Pantani era molto di più. Le inchieste hanno svelato che i fatti relativi alla sua morte non sono poi così chiari». Secca la ricostruzione delle vicende di quel 5 giugno, potente il racconto delle ore che precedettero il fermo e quelle immediatamente successive.















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