La solidarietà salva il maso di Groff

Ormai è certo: l'abitazione non andrà all'asta e l'invalido resterà nella sua casa


Roberto Gerola


PERGINE. La certezza è stata ormai raggiunta: il maso - abitazione di Marco Groff non andrà in vendita giudiziaria. Si sono mosse soprattutto le comunità mòchene di Frassilongo e di Fierozzo con esponenti vari, ma anche semplici cittadini.

Il parroco don Daniele Laghi e il sindaco Bruno Groff si sono dati subito da fare, ma ora c'è la preoccupazione di gestire l'evento soprattutto per gli atteggiamenti sempre schivi e poco collaborativi del personaggio al centro di tutto. Venuta alla ribalta in questi giorni, la sua "storia" ha un passato che non è completamento sconosciuto. C'era stato chi si era interessato già l'anno scorso, quando il debito era solo di 1.868 euro e non era ancora arrivato in mano al tribunale. L'altra sera in valle, ne parlavano un po' tutti, dopo l'annuncio di don Daniele avvenuto in chiesa a Frassilongo durante la messa vespertina prefestiva.

Il caso in tutta la sua semplicità era venuto alla luce per una segnalazione al Trentino qualche giorno fa. La denuncia di questa situazione ha trovato una eco mediatica anche in televisione, non solo a livello locale, ma anche nazionale. La storia è sostanzialmente venuta a consocenza di tutti: meraviglia, ma anche indignazione e soprattutto promesse di aiuto. E sono piovute le offerte non solo dal Trentino, ma anche dal Veneto, molte da semplici cittadini, ma anche da associazioni e organismi della stessa valle del Fersina.

«I telefoni scottavano», ci ha detto don Daniele. Ora si vedrà cosa fare per evitare che la questione degeneri. In sostanza si temono ingerenze esterne sgradite. C'è sempre una buona fetta di timori difronte a una valanga di proposte di aiuto. «Per questo vogliamo andare con i piedi di piombo - ha aggiunto il prete - e soprattutto valutare il miglior modo di agire nell'interesse di Marco Groff».

Viste le offerte fatte e proposte di raccolta fondi per evitare la vendita del maso, non ci sono problemi, e tutti in valle ne sono convinti. «Del resto anche mesi fa c'era già la possibilità di evitare di arrivare a questo punto, ci hanno detto, ma... "aiutati che Dio t'aiuta" e Marco Groff è piuttosto ostinato in questo senso». Appunto, i telefoni di quanti si sono messi in mezzo a questa vicenda, hanno squillato a lungo in questi giorni. Anche ieri, le offerte di aiuto si sono accavallate. Si aggiungono all'interessamento anche dell'ente pubblico e della Comunità di valle in particolare, che si muoverà con il servizio sociale. E naturalmente l'amministrazione comunale per quello che può. E si ricorda che questo interessamento c'era stato fin da subito.

Il parroco don Laghi, da un anno in valle, ha trovato stima e apprezzamento e appoggio. Ha trovato e trova parrocchiani con i quali decidere insieme come è meglio agire per evitare conseguenze. L'altra sera, in valle molte considerazioni a proposito del fatto che il maso di Groff non verrà venduto e il procedimento giudiziario bloccato. C'è tempo fino a qualche ora prima della vendita (per 70.000 euro) in tribunale fissata per il 27 gennaio.













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