colletta alimentare 

La solidarietà punta  a 300 tonnellate di cibo

TRENTO. La solidarietà ha bisogno di spazi maggiori. Lo afferma Marcello Pichestein: «Gli 800 metri di Via Innsbruck sono insufficienti e per fortuna che da quest’anno abbiamo un magazzino a Bolzano,...



TRENTO. La solidarietà ha bisogno di spazi maggiori. Lo afferma Marcello Pichestein: «Gli 800 metri di Via Innsbruck sono insufficienti e per fortuna che da quest’anno abbiamo un magazzino a Bolzano, ma abbiamo dovuto lo stesso trasferire gli alimenti dell’Agea in un altro capannone che ci ha fornito la Provincia». Per quest’anno la stima degli scatoloni è ancora maggiore: «Abbiamo portato – illustra Duilio Porro presidente del Banco Alimentare del Trentino – a 506 i punti di raccolta, contro i 465 dello scorso anno. A questo punto dovremmo superare le 280 tonnellate». Un dato parziale sono i 56 scatoloni chiusi al punto di raccolta del supermercato MD di Via Brennero, nel primo pomeriggio. Qui troviamo oltre a Marcello Pichenstein, l’alpino Gabriele Mazzalai e Severino Perenzoni responsabile dei catechisti di Cristo Re: «Abbiamo coinvolto 50 ragazzi della prima media che a turno sono presenti al nostro fianco. Si tratta di un’attività che rientra nel percorso di catechesi». Se a livello nazionale l’indicazione è stata quella della raccolta di alimenti per bambini, in Trentino la raccolta è libera. In maggior parte arriva pasta, legumi, pomodori pelati, riso e biscotti. I prodotti per l’infanzia saranno donati ai Centri Aiuto alla Vita, mentre gli altri saranno distribuiti in regione, provincia di Belluno e la zona vicentina al confine con la Valsugana. E se succede che si abbia un’eccedenza di un prodotto? «Allora lo si scambia con uno degli altri 21 banchi alimentari. Abbiamo avuto il caso di bancali di yogurt scambiati con Verona per pandori e brioche oppure la pasta mandata a Roma per dei detersivi. Non si butta via nulla: tutto quanto raccolto, viene utilizzato». Aiutate più famiglie straniere o italiane? «Degli stranieri è difficile avere un dato preciso perché si fanno avanti loro senza nessun problema. Sono 20mila gli italiani che aiutiamo – risponde Pichestein – la maggior parte dei quali con consegne a domicilio perché si sentono imbarazzati a mettersi in fila a chiedere una mano». Gabriele Mazzalai è uno degli alpini che garantiscono la presenza in tanti punti vendita. (d.p.)













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