La pianista centenaria che suona ai bambini

Grande festa a sorpresa ieri mattina nel cortile della materna Sacro Cuore. Ogni lunedì Anita Cadrobbi suona per loro il pianoforte: «Il mio segreto? L’amore per la vita»


di Giulia Merlo


TRENTO. Sono cento per davvero, ognuno vissuto intensamente, gli anni di Nonna Anita Cadrobbi. E ieri li ha festeggiati come meglio non poteva, insieme ai suoi bambini della scuola materna del Sacro Cuore. È stata una riuscitissima festa a sorpresa, quella organizzata ieri mattina nel cortile dell’istituto dalle maestre, con nonna Anita seduta e tutti i bimbi attorno a lei. Qualcuno ogni tanto allungava la manina e lei subito la stringeva e diceva di fare silenzio, che poi sarebbe arrivata la torta. Una torta colossale di frutta, con una grande scritta “100” e una sola candelina, simbolica, che ha spento con gioia applaudita dai bambini e dai tanti loro genitori che le si sono stretti intorno per l’occasione. E poi i canti, intonati da bambini della scuola elementare e da quelli della materna, con speciali giochi di cartapesta animati a mo’ di stelle filanti. E i regali, delle maestre e degli stessi genitori tra i quali un libro con tante fotografie di nonna Anita circondata dai bambini e i pensierini che loro stessi gli hanno dedicato. Ancora oggi infatti questa nonna speciale arriva ogni lunedì a insegnare le canzoncine, accompagnandosi con il tanto amato pianoforte.

I bambini e la musica sono le due grandi passioni della signora Anita. Ai bimbi si è dedicata tutta la vita: prima i suoi, ne ha avuti sei, e poi quelli dell’asilo, in cui ha iniziato ad insegnare musica quarantacinque anni fa. La prima classe è stata quella della sua nipotina e poi non si è più fermata. «Ancora insegno a cinquantadue bambini ogni settimana, anche se faccio fatica a ricordare i nomi di tutti - ha sorriso la nonnina - e mi vogliono davvero un bene immenso». Ma la passione per la musica è stata il vero antidoto contro l’avanzare degli anni. Anche ieri le sue dita si sono mosse agilissime sui tasti del pianoforte, suonando a memoria le canzoni, con la sicurezza di chi conosce intimamente ciò che sta facendo. «Ho iniziato a suonare quando avevo sei anni, nella mia Venezia - ha ricordato, con gli occhi che ritornavano alle calli e ai canali - e mi sono diplomata in pianoforte al conservatorio. Ho portato “La campanella”, una sonata di Franz Liszt che mi è rimasta nel cuore e che ancora suono per me».

In Trentino la signora Anita è arrivata per amore: sposata nel 1938, conobbe il marito nella sala concerti e con lui e gli allora tre figlioletti si trasferì a Trento nel 1947. Ne ha viste davvero molte, ma questi cento anni dice proprio di non sentirseli addosso e, quando le si chiede il segreto, risponde con saggezza d’altri tempi che «bisogna solo saper accettare tutto, le gioie e i dolori, portando nel cuore l’amore per Dio e per il Creato». Anche i ricordi sono tanti, ma quello che le è rimasto impresso è il giorno in cui a Venezia entrarono gli americani, alla fine della Seconda guerra mondiale. Ha ancora negli occhi, mentre lo racconta, l’immagine dei veneziani che si gettavano nel Canal Grande per la gioia, mentre i militari entravano in città.

Il carattere non manca a questa nonnina dall’aria fragile, ma che dimostra uno spirito di ferro e passione per tutto ciò che la circonda. Legge moltissimo, tre quotidiani al giorno, ma soprattutto – contro ogni aspettativa – la Gazzetta dello Sport, in cui segue soprattutto Formula 1 e ciclismo. «Sono stata felicissima che Alonso abbia vinto l’ultimo Gran Premio - ha detto sorridendo - e mi ricordo gli anni d’oro del Napoli di Maradona, che gioia quando vinsero lo scudetto». Non resta che augurare ancora molti di questi anni ad una donna straordinaria, che non ha certo intenzione di interrompere il suo impegno coi bimbi del Sacro Cuore. Per tutti gli altri, la si può incontrare ogni sabato, alla messa delle 17 in San Pietro, in cui suona l’organo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano