«La mia Sat sarà giovane e attenta alla cultura»

Claudio Bassetti, neo presidente, smorza le polemiche sulla sua elezione: «I problemi sulla mia nomina sono solo il frutto di un inedito confronto»


di Marco Benedetti


TRENTO. Claudio Bassetti, 59 anni professore di matematica e scienze alle Medie di Gardolo, è da venerdì sera il nuovo presidente della Sat. Da una trentina di anni è socio della Sezione di Vezzano, è stato vicepresidente Sat dal 2009 al 2011 e presidente della Commissione Tutela Ambiente Montano dal 1994 al 2008.

Bassetti, partiamo da una settimana fa: a memoria non si ricorda un consiglio Sat che si divide sulla nomina del presidente. Cosa è successo esattamente?

Io ho semplicemente posto questo problema: il consiglio centrale è sovrano nel decidere il presidente, ma deve per questo sentire le idee, le proposte di programma di chi si candida, dopo un dibattito all’interno del consiglio stesso anziché trovare un accordo di vertice. Un metodo nuovo, basato su un confronto aperto che portasse ad una mediazione, la più alta possibile. La prima votazione ha dato quell’esito e quindi vi è stata una lunga settimana di incontri e confronti e alla fine è emerso un punto di equilibrio: ora c’è un presidente e una giunta con competenze e sensibilità diverse che portano esperienze diverse.

Sono una giunta e un consiglio fortemente rinnovati nelle persone...

Ed è un dato di novità importante credo. Nella giunta abbiamo giovani molto motivati e questo aiuterà a cambiare il passo. L’esperienza è sempre fondamentale, ma può essere anche un freno, perché si finisce un po’ per ripetere se stessi. Oggi c’è una società che sta correndo sempre più, questa post modernità rischia di travolgere un po’ tutto, anche i rapporti uomo – territorio. Dobbiamo essere capaci di cogliere questi segnali e come Sat saper dare delle risposte. Abbiamo una grande storia, abbiamo una identità riconosciuta, siamo una delle poche realtà trentine con una forte connotazione e la gente viene da noi e la Sat continua a crescere proprio perché riconoscono che sa dare risposte mantenendo una sua linearità. Ma poi è indispensabile innestare elementi di innovazione per stare al passo.

Quali emergenze attendono la Sat nei prossimi mesi? Vi sono delle priorità che avete individuato?

Una delle priorità sarà riportare la gente in montagna, far riscoprire a molti il fascino della montagna trentina, i suoi ambienti. Incominciando proprio dai più giovani, i bambini, i ragazzi, per far scoprire loro il nostro territorio, far riscoprire a tanti trentini il fascino e il valore della montagna , percorrendola non in un modo consumistico, ma come esperienza piena. Questa deve essere oggi la missione civile della Sat.

E come intende realizzare questa missione?

Certamente con un escursionismo attento a come si misura con l’ambiente e la montagna, attento a coglierne i significati profondi dal limite delle risorse ai propri limiti. Poi diffondendo un maggiore livello di cultura e di conoscenza della montagna. Penso al recente libro pubblicato per i 140 anni (Naturalmente Trentino, ndr) che esprime come Sat intende costruire conoscenza, attraverso un linguaggio che è rigoroso, scientifico, ma al tempo stesso accessibile, comprensibile a tutti. Altrettanto per le nuove guide dei sentieri, pensate non come guide tecniche, ma per un approccio prima di tutto culturale al camminare per monti. Offrendo cioè strumenti di comprensione e di conoscenza. Solo così si possono riportare a casa, non solo emozioni, ma anche aspetti nuovi, e così diventa più facile capire anche quali alterazioni possono mettere a repentaglio questo ambiente, capire cosa si può perdere.













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