«La legge Gilmozzi ha bloccato il mercato»

Il dibattito. Costruttori e mondo dell’immobiliare favorevoli a una modifica per le seconde case Misconel (Ance): «Troppe abitazioni invendute». Rigotti: «La norma ha provocato tante storture»


Valentina Leone


TRENTO. «Mi dispiace molto che qualcuno associ ai costruttori una presunta volontà di speculare. Non vogliamo una modifica della legge Gilmozzi per fare edilizia selvaggia sul territorio, chiediamo semplicemente che sia garantito spazio di manovra su volumi già presenti, e che abitazioni invendute, che rischiano di diventare vetuste, possano essere messe finalmente sul mercato». Giulio Misconel, presidente dell’Associazione trentina dell’edilizia (Ance), è senza dubbio favorevole a una revisione della norma provinciale nella parte che riguarda le seconde case, e ha mal digerito le prese di posizione di tanti sindaci che, invece, ritengono la legge del 2005 tutt’oggi intoccabile. «Rispetto ovviamente le opinioni di tutti, ma dico che prima di dirsi contrari bisognerebbe valutare ciò che si vuole modificare: non c’è la volontà, come immagino, di dare il via libera alla costruzione di decine di residence ma, come del resto abbiamo chiesto noi in diverse occasioni, di introdurre dei correttivi su quello che si è già costruito e che è rimasto invenduto: nelle zone interessate dalla legge abbiamo centinaia di appartamenti invenduti, e prima che subiscano i segni del tempo è necessario rimetterli sul mercato. Un’altra cosa che da tempo chiediamo, come costruttori, è che palazzi privi di valore storico si possano eventualmente abbattere e ricostruire: ripeto, non vogliamo distruggere l’ambiente, ma pensiamo sia doveroso che una legge si adegui alle esigenze odierne».

Severino Rigotti, presidente di F.I.M.A.A. ( Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari) non va per il sottile, anche perché da anni, puntualmente, a ogni presentazione della “Guida casa” coglie l’occasione per ribadire la contrarietà della categoria alla norma: «La legge Gilmozzi ha provocato un blocco, direi quasi una stagnazione per il settore delle seconde case. La reputiamo da sempre una norma piena di vincoli, di scarsa elasticità, che se da un punto di vista teorico intendeva tutelare l’ambiente dalle speculazioni, di fatto si è tradotta in un blocco totale del settore edilizio nelle località turistiche della provincia. Per anni, siccome il Pil del turismo viene ritenuto di molto maggior peso rispetto a quello dell’edilizia, si è ragionato solo sul suo sviluppo, senza attribuire il giusto valore anche all’ambito delle seconde case, a quello che rappresentano. In poche parole - aggiunge Rigotti - la legge Gilmozzi ha messo un intero settore in difficoltà, con tante case invendute nelle valli, con la conseguenza che tanti alla fine sono andati anche via da certi territori e hanno preferito comprare altrove. Poi, si sa, le norme così stringenti altro non fanno che favorire gli escamotage: così, per portare la residenza le persone si sono attivate e, semplicemente, hanno escogitato qualche trucchetto per farlo ugualmente.

Per noi va bene il concetto di base della legge, ossia la salvaguardia del territorio, ma è fondamentale garantire un mercato libero. Su questo speriamo che la giunta Fugatti si muova, se c’è l’intenzione di mettere mano alla legge noi siamo più che favorevoli».













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