AMBIENTE

La fuga del bracconiere: «C’era un orso»

Marter, colto in flagrante dai forestali nel bosco dove aveva disseminato cordini d’acciaio: inseguito, preso e denunciato



MARTER DI RONCEGNO. Colto in flagrante bracconaggio dai forestali, si dà alla fuga e viene inseguito attraverso boschi e rovi, prati e ghiaioni. Per eliminare prove getta in un cespuglio lo zaino e un passamontagna nero, materiale poi recuperato dagli agenti. E una volta raggiunto, si giustifica così: «Stavo scappando perché pochi minuti fa mi sono imbattuto in un orso». Una scena per certi versi da film comico, quella di qualche sera a monte nell’abitato di Marter, frazione di Roncegno, conclusasi con la denuncia dell’uomoall’Autorità giudiziaria e la contestazione di numerosi reati, relativi a maltrattamento di animali con uccisione per crudeltà e senza necessità, attraverso l’esercizio della caccia con mezzi vietati.

Tutto ha origine nell’attività di controllo e monitoraggio del territorio e della fauna da parte del Corpo forestale della Provincia. Già a primavera infatti personale della Stazione forestale di Borgo, coadiuvato dai custodi forestali del Consorzio custodia forestale di Telve e dai guardiacaccia dell’Associazione cacciatori trentini, avevano rinvenuto dei lacci in cordino d’acciaio. Erano stati posizionati ed armati, pronti per la cattura della fauna selvatica in una zona di bosco e rocce affioranti. In aprile, momento delicato perché alcune specie di animali del bosco stanno per portare a termine i mesi di gestazione, gli agenti iniziavano degli appostamenti mirati e dei controlli specifici in zona. L’orografia dell’area, molto accidentata, e gli orari di operatività del bracconiere hanno reso l’indagine complessa e difficoltosa. I lunghi appostamenti e l’aiuto di fototrappole hanno consentito di accertare che il bracconiere si recava sui lacci circa ogni 15 giorni. Durante le ispezioni controllava lo stato di funzionamento delle trappole e prelevava gli animali che vi erano rimasti vittime, interessato solo ad eventuali trofei, lasciando le carcasse a decomporsi nel bosco. L’uomo nascondeva il viso con un passamontagna nero, con solo dei piccoli fori circolari per occhi e bocca. Si è quindi cercato di raccogliere più indizi possibili e di allargare le indagini per controllare persone con precedenti specifici operanti in zona. Gli spostamenti del bracconiere, il suo modus operandi e la fattezza dei lacci, hanno fatto orientare i sospetti verso un uomo residente a Marter.

La sera del 21 luglio, alcuni agenti appostati e muniti di cannocchiale, scorgevano l’uomo sospettato uscire dalla sua casa e recarsi in auto su una stradina dalla quale parte un sentiero che conduce alla zona disseminata di lacci. Subito veniva allertata una seconda pattuglia che si portava in zona. Alla vista degli agenti la persona si dava ad una precipitosa fuga. Questi intimavano più volte l’alt, ma invano. Di qui l’inseguimento e lo sketch dell’orso. Sul posto arrivavano altri colleghi forestali a supporto e una pattuglia della stazione dei Carabinieri di Roncegno: il bracconiere veniva poi accompagnato alla Stazione forestale di Borgo per ulteriori accertamenti. Il giorno dopo i forestali si recavano sul luogo dove erano stati posizionati i lacci e li recuperavano, rendendoli inservibili. La zona è ora oggetto di ulteriore bonifica per escludere la presenza di altre trappole per la cattura della fauna selvatica. I lacci per la cattura della selvaggina sono particolarmente dannosi, poiché gli animali vengono presi in modo non selettivo, a prescindere dalla specie di appartenenza, dal genere e dall’età.













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