il lutto

«La cucina e la sua Ornella erano gli amori di Andrea»

Come il padre Mario il diciannovenne suonava la tromba nella banda sociale Fissato il suo funerale: si terrà domani, alle 16, nella chiesa di Lizzanella


di Nicola Filippi


ROVERETO. «Cucinare è un atto d’amore, perché lo fai per gli altri» era il suo motto, il suo credo di vita. La cucina, infatti, per Andrea Gatti, il diciannovenne di Lizzana, morto domenica notte in un incidente stradale, a Mezzolombardo, era un’autentica passione, trasmessa dallo zio paterno Piergiorgio, insegnante dell’Istituto Alberghiero e rinomato per i suoi corsi di corretta alimentazione e cucina salutista. Figlio di Mario e Selene Montani, fratello di Elisa e Matteo, Andrea lavorava come aiuto cuoco a Fai della Paganella. Ma non c’era solo la cucina nei suoi pensieri.

«Era innamoratissimo della sua Ornella e, appena ne aveva possibilità, prendeva la sua adorata Opel per farsi due ore di strada da Fai, dove lavorava per la stagione invernale, per stare qualche ora con lei - raccontano le cugine del padre, Marilena e Gianna Barozzi - ma il suo grande amore era la cucina, una travolgente passione. E il suo punto forte erano soprattutto i dolci. Lo zio Piergiorgio era solito chiamarlo “il mio pupillo”. E gli piaceva lavorare in ambienti di livello, perché ci teneva tantissimo al suo mestiere e voleva avere un curriculum di peso».

Mestiere che aveva iniziato appena terminato il quarto anno di Alberghiero: «Andrea non ha fatto il quinto anno di specializzazione, ha preferito andare subito a lavorare, per rendersi indipendente finanziariamente». Stagione estiva da aiuto cuoco in un albergo della Val di Fassa, quella invernale in un hotel a Fai della Paganella.

«Era un ragazzo responsabile, educato, gentile, sempre sorridente, pieno di vita, pronto a dare una mano al prossimo», lo ricorda la zia Rosarita Lasta, vedova di Gianvito Simoncelli, l’ex consigliere comunale e personaggio di spicco della comunità roveretana, «ucciso in auto 14 anni fa, all’incrocio al Cristo, da un uomo ubriaco», al quale le Acli hanno intitolato la sede che si trova sopra la Famiglia cooperativa, in piazza Guella. «Quando stamattina mi ha chiamato mia cognata, per me è stato un doloroso tuffo nel passato - racconta ancora la zia Rosarita - era un ragazzo molto attivo e dinamico, non stava mai fermo, si è fatto voler bene anche dagli anziani del paese. Per i quali aveva sempre un sorriso, un gesto gentile».

Ragazzo impegnato nella sua comunità, come la sua grande famiglia. Mamma Selene Montani e papà Mario suonano nella banda sociale di Lizzana e sono impegnati nel sociale. Il papà Mario canta anche nel coro della parrocchia. Lo zio Franco Simoncelli è molto conosciuto per la sua attività come capogruppo degli alpini.

«Era un bravo ragazzo - lo ricorda il parroco di Lizzana, don Remo Colpi - era stato un chierichetto, impegnato nella banda sociale, dove suonava la tromba come il papà, ma ultimamente non lo si vedeva molto in paese, perché aveva trovato lavoro fuori zona, seguendo le orme dello zio si era appassionato al mondo della cucina».

Accanto a don Remo, Pierina Vettori, la cugina del padre di Andrea: «Sono stata avvisata alle sette e un quarto di stamattina (ieri, ndr), una notizia che mi ha lasciato addolorata e senza parole. Una tristezza infinita...» Attonito anche Maurizio Migliarini, parente per parte di moglie della famiglia Gatti: «Un dramma difficile da commentare, era un ragazzo molto impegnato nella sua comunità, gli piaceva suonare nella banda sociale, il suo mestiere di cuoco». «Era un ragazzo d’oro, davvero speciale»: sintetizza il suo dolore Silvia Veneri, presidente della banda sociale di Lizzana, il sodalizio musicale nel quale suonano anche il padre alla tromba, la madre Selene e il fratello Matteo alle percussioni. Domani, alle 16, il funerale di Andrea, nella chiesa parrocchiale di Lizzanella.

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