il caso

La crisi idrica si mangia anche l’energia

Merler, ad di Dolomiti Energia: «La produzione è calata del 20-30%. Ma per ora non ci saranno aumenti in bolletta»


di Francesca Quattromani


TRENTO. In Trentino la produzione dell'energia idroelettrica ha subito un calo del 20-30% rispetto alla media del periodo. «Una situazione molto simile al 2005 - spiega l'ad di Dolomiti Energia Marco Merler - nell'immediato non ci saranno aumenti in bolletta, ma meno ricavi. La produzione del fine settimana porta a delle penalizzazioni economiche ma dobbiamo affrontare l'emergenza in Veneto. La priorità è l'acqua potabile. E' uno sforzo, certo, ma l'approvvigionamento idrico ha la priorità». E' questo uno degli effetti della siccità in Trentino che la pioggia di queste ore è destinata a mitigare ma non a risolvere.

«La crisi c'è- prosegue Merler - dobbiamo trovare il giusto equilibrio negli utilizzi, anche verso il Veneto». Per questo oggi l'autorità di bacino nazionale del fiume Adige tornerà a riunirsi. A cinque giorni e mezzo dall'inizio dell'aumento della portata del fiume per aiutare gli acquedotti del Veneto, i valori di rilascio vanno rivisti. L'acqua non c'è. I bacini sono a livelli molto bassi, la modalità della loro gestione va rivista. «Dovremo cercare di usare l'acqua che arriva in modo omogeneo, senza concentrarla in alcuni giorni soltanto», puntualizza Merler. Gli utilizzi dell'Adige sono molteplici, per questo è fondamentale il monitoraggio della filiera.

Lo stesso problema lo ha l'Alto Adige il cui gestore, Alperia, oggi presenterà i propri calcoli in merito. Intanto cresce la preoccupazione anche nei Comuni trentini. Lo sottolinea il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena: «Alcuni municipi hanno già emesso l’ordinanza: limitare gli sprechi. Il problema sarà capire l’evoluzione delle precipitazioni. Sappiamo che la pioggia di queste ore non basterà a risollevare la situazione. Servirebbero molte settimane per rimettere il sistema in equilibrio». Gli amministratori locali, prosegue Gianmoena, avvertono che la situazione non è rosea. La consapevolezza esiste. I sindaci affrontano spesso l’argomento con il presidente del Consorzio dei Comuni. «Tutti sanno che il problema esiste, è concreto, non solo per l’agricoltura».

Contro gli sprechi dell’acqua potabile devono già fare i conti i Comuni di Baselga di Piné, Ruffrè-Mendola, Ton (con deroghe in fasce orarie al mattino ed alla sera per le frazioni di Moncovo, Raut, Vigo, Masi di Vigo, Bastianelli e Toss). Vietato sprecare anche a Fondo e Cavareno. In tutti questi municipi le ordinanze parlano chiaro: acqua potabile solo per usi domestici. Il che significa essere parchi nell'irrigazione dei giardini, se non addirittura evitarla, come accade a Ruffrè Mendola. I piani di risparmio dell'acqua richiedono (in qualche ordinanza espressamente) di non lavare le macchine, le strade, i piazzali. Il divieto non è assoluto, si devono rispettare delle fasce orarie. In Valle di Non, per esempio, il risparmio dell'acqua passa dall'irrigazione degli orti che può essere fatta solo a mano. La regola però non vale per le campagne. Non si può caricare l'acqua in cisterne ed autobotti, prelevandola quindi dall'acquedotto comunale, per dissetare la terra.

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