il caso

La ciclabile è chiusa e sulla Rivana i ciclisti sono “fuorilegge”

Da Loppio a Nago divieti sia sulla statale che sulla pista Le decisione presa per l’impossibilità di garantire il tracciato


di Matteo Cassol


MORI. Fino al 10 aprile, salvo nuovi provvedimenti, non sarà possibile percorrere "legalmente" in bici il tratto tra Mori e Nago: la ciclabile lungo il lago di Loppio, infatti, come da qualche tempo a questa parte, è stata chiusa al transito a due ruote (via libera invece ai pedoni) in vista dell’inverno per impossibilità di assicurarne il presidio, posto che la zona è poco soleggiata e bisognerebbe "salare" il tragitto con una regolarità e un impiego di risorse che non è ritenuto opportuno o possibile utilizzare. Nel frattempo, sulla statale permane il divieto per i cicli (che fino a un paio d'anni fa veniva "oscurato"), col risultato che dunque i pedalatori più incalliti potranno solo scegliere tra tornare indietro o violare le regole, a proprio rischio. Ma la ciclabile del lago di Loppio, oltre a essere teatro dei divieti, è stata oggetto di alcuni interventi assieme all'area circostante. I lavori sono cominciati nel 2009. L'idea - come spiega l'ingegnere del Servizio bacini montani Nicola Dalbosco - era quella di predisporre una galleria drenante, per cercare di portare più acqua verso il lago e cercare di mantenerlo, seppure non stabilmente (tornare agli antichi splendori, per quanto già in passato l'andamento delle quote fosse ciclico, è solo un sogno), su livelli accettabili, per arrivare a una soluzione intermedia in cui si può auspicare la presenza di acqua, seppur non in continuo, e ad avere un buon livello in periodi di precipitazioni favorevoli. Dopo circa sei mesi si è resa necessaria una sospensione di oltre un anno, perché il lago si era alzato da solo, impedendo la prosecuzione dei lavori. «Dopodiché - sottolinea Dalbosco - c'è stata una delibera di Giunta che ci ha imposto di modificare il progetto, perché c'era la paura che interferisse con la futura nuova viabilità tra Mori e Alto Garda: una delle ipotesi avrebbe potuto intercettare la galleria inizialmente prevista, quindi invece della galleria drenante abbiamo fatto dei fori di drenaggio, applicando lo stesso concetto ma su scala ridotta (20 centimetri).

L'effetto collaterale è che portano meno acqua anche quando ce n'è, ma costano anche di meno (con variante in diminuzione di qualche centinaia di migliaia di euro). I lavori di contratto (drenaggi più sistemazioni esterne) sono terminati nel dicembre 2012, con rimaste a disposizione le somme di diretta amministrazione: con queste risorse sono stati fatti il collegamento con la galleria Adige-Garda (utilizzato due volte) e un piccolo parcheggio con piazzola asfaltata e aiuola e la ciclabile deviata verso l'interno del lago per dar modo ai visitatori di collegarsi anche con l'isola di Sant'Andrea». La ciclabile prima costeggiava sempre la statale 40, mentre ora per evitare un conflitto con gli utenti del parcheggio è stata fatta rientrare di una cinquantina di metri. L'ultima tranche dei lavori, da effettuare con il lago basso, sarà quella riguardante il monitoraggio dei fori drenanti, con controllo su pressioni, portate e livelli, per vedere se e cosa si potrà fare nel corso degli anni per "ripristinare" ulteriormente il suggestivo specchio d'acqua.

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