La Camera di Commercio: lavoro, il Trentino sta meglio dell'Italia e del Nordest

Le previsioni di assunzioni in Trentino sono infatti per il 33% delle imprese, a fronte del 20,1% del nord Est e del 18,6% di media dell'Italia



TRENTO. Valutando nel quadriennio dal 2007 al 2010 la percentuale di imprese che prevedono di effettuare assunzioni si riscontra come, ad eccezione del 2008, la tendenza in provincia di Trento sia quella di sostanziale stabilità, dato che le percentuali degli ultimi due anni sono in linea con quella del 2007, mentre nel Nord Est e in Italia l'ultimo biennio si è caratterizzato per un deciso calo rispetto ai valori precedentemente rilevati.

Si tratta di dati diffusi dalla Camera di commercio, industria e artigianato del Trentino attraverso la pubblicazione 'Sistema informativo Excelsior-Sintesi dei principali risultati-2010', sistema promosso e realizzato dall'Unioncamere in accordo col ministero del Lavoro e Unione europea.

Le previsioni di assunzioni in Trentino sono infatti per il 33% delle imprese, a fronte del 20,1% del nord Est e del 18,6% di media dell'Italia. Anche esaminando i tassi di variazione occupazionale, si puo' sostenere che il Trentino, emerge dalla pubblicazione, presenta una situazione costantemente migliore rispetto alle altre due aree prese come termine di confronto. Anche nel 2010 il saldo occupazionale previsto risulta intanto negativo e pari a -750 unità, un valore meno preoccupante di quello registrato nel 2009 (-2.030 unità), ma in ogni modo sempre indicativo del permanere di una situazione di difficoltà nel mercato del lavoro locale.

Le assunzioni previste saranno pari a 20.530 unita' (erano 20.650 nel 2009), a fronte dell'uscita per ritiro dal mercato del lavoro, scadenza del contratto stagionale o per altri motivi di 21.280 unita' (22.680 nel 2009).

Risulta difficile però un confronto rispetto ai tassi di entrata e di uscita, poiché la provincia di Trento presenta un'incidenza di gran lunga maggiore dei contratti a carattere stagionale, prevalentemente impiegati nel comparto turistico, rispetto all'Italia e al Nord Est.

Considerando le assunzioni in base al tipo di contratto che si intende stipulare, in Trentino il tempo determinato appare assolutamente predominate non solo sotto la forma stagionale (61,6%), contratto che comunque presenta una notevole rilevanza anche fuori dal contesto turistico, ma anche per copertura di un picco di attivita' (10,8%), per sostituzione temporanea di personale (5,7%) e per provare il nuovo personale (3,8%).

Quello che accomuna il Trentino al resto del Paese è la diminuzione negli ultimi due anni del tasso di entrata a fronte di una sostanziale tenuta del tasso di uscita. L'aspetto preoccupante del mercato del lavoro locale, secondo l'indagine, è la decisa diminuzione dal 2009 del numero di assunzioni non stagionali a fronte di un costante e sensibile aumento delle assunzioni stagionali nell'ultimo quadriennio.

In ogni modo, questa tendenza non si discosta da quanto fatto registrare nel resto d'Italia. L'assunzione di personale non stagionale si orienta sempre più verso le figure professionali di dirigente e impiegato, mentre diminuisce la richiesta di operai e apprendisti, anche se tuttavia questi inquadramenti rimangono prevalenti. Da segnalare inoltre la costante riduzione dell'incidenza di assunzioni non stagionali di personale immigrato sul totale, una tendenza che peraltro risulta molto simile anche a livello nazionale.

Preoccupa invece, sempre a seconda dell'indagine, la netta diminuzione dell'incidenza di assunzioni non stagionali di persone con meno di 30 anni, anche perche' un tale andamento non si rileva nel resto del paese. Appaiono invece sempre meno rilevanti le considerazioni di genere al momento dell'assunzione e, collegato a questo, va segnalata la considerevole ripresa dell'impiego di contratti a tempo parziale, che si è verificata anche nel resto d'Italia, ma non con la stessa intensità.













Scuola & Ricerca

In primo piano