La bomba al cobalto torna nella «sua» Borgo

L’apparecchiatura per curare i tumori, restaurata, oggi sarà in piazza Degasperi Sabato un convegno sul cancro. In giugno al San Lorenzo il Museo della speranza


di Marika Caumo


BORGO. Con l'arrivo oggi pomeriggio della bomba al cobalto in piazza Degasperi, prende il via un fine settimana dedicato al delicato tema del cancro. Sabato, infatti, a partire dalle 9.30, l'auditorium della Comunità di valle ospita il convegno scientifico divulgativo "Dalla telecobaltoterapia alla medicina di precisione nella lotta contro il cancro". Ad organizzarlo è l'associazione Borgo Valsugana For (che sta per The Future of Oncology and Radiotherapy), costituita lo scorso giugno da nove soci fondatori e presieduta da Edoardo Rosso. Ha anche un comitato scientifico, composto da nomi autorevoli, uno su tutti il professore Umberto Veronesi.

«Lo scopo era quello di gestire il recupero della nostra bomba al cobalto (che si trovava nel giardino di Villa Tambosi a Villazzano, ndr): grazie alla collaborazione di molti colleghi ci siamo riusciti e dallo scorso marzo “Eldorado A” è tornata qui, ospitata nei locali del magazzino comunale», spiega Rosso. L'involucro è stato ripulito e sistemato, ricreando il puntatore, dallo stesso Rosso insieme ad Aldo Voltolini, Claudio Valdagni e altri volontari. Riportarla a Borgo, dove era giunta 60 anni prima, era la volontà di amministrazione e cittadini. «Ma la sua storia rischia di finire nell'oblio, i giovani non sanno nemmeno cosa era», aggiungono il vicesindaco Gianfranco Schraffl e l'assessore Giorgio Caumo. Per questo l'associazione sta portando avanti un progetto divulgativo, culturale e scientifico, che si sviluppa su più fronti: museo, scuola, convegni. Il prossimo giugno, in occasione della Festa della Cultura, sarà inaugurato il "Museo della speranza". La bomba troverà spazio nella zona est dell'ospedale, protetta da una teca di vetro, in una struttura aperta realizzata sotto il piano del terreno, alla stregua della posizione originale che era nei sotterranei dell'ospedale, ma ad ovest. «Altra iniziativa riguarda l'istituzione nel prossimo futuro di una scuola estiva di alta formazione di biologia molecolare oncologica», aggiunge Stefano Chelodi, vicepresidente di For. Un progetto che si sta studiando insieme al Cibio (Centre for Integrative Biology) dell'Università di Trento, con i corsi che si terranno a Trento e Borgo. «Infine i convegni sul territorio, per sensibilizzare le persone sul tema dei tumori e per coinvolgere i giovani, anche attraverso la scuola», aggiunge Monica Ropele, insegnante e autrice, come Chelodi, di pubblicazioni sulla bomba al cobalto.

Si parte dunque sabato. Una mattinata di confronto e discussione con relatori di assoluto prestigio: Paolo Veronesi, figlio di Umberto, Claudio Valdagni, Vincenzo Valentini, Alessandro Quattrone. Passato e futuro di una lotta, quella al tumore, che è transitata anche per Borgo e che l'ha reso famoso in Italia e all'estero. Era, infatti, il 31 ottobre 1953 quando l'unità di telecobalto terapia approdò dal Canada al San Lorenzo (dove rimase fino al 1981), grazie alla tenacia del giovane medico radiologo Claudio Valdagni, alla lungimiranza del sindaco Serafino Segnana e alla cambiale firmata da 15 cittadini, che vi investirono tutti i loro risparmi.

La "bomba" sarà visibile in piazza dalle 14 di oggi a domenica. E desterà ricordi e immagini in chi ha vissuto quell'epoca, ma anche curiosità e voglia di saperne di più tra i ragazzi.

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