Il caso

«La bolletta non è pagata»: falso avviso, truffa vera

Il messaggio a diversi trentini clienti di un operatore telefonico portava ad un sito fasullo dove venivano chiesti ulteriori dati dell’utente



TRENTO. L’avviso di una bolletta non pagata è qualcosa che crea sempre panico. Ed è per questa ragione che viene sfruttata spesso per un attacco da parte dei truffatori. Che spediscono messaggi che in tutto e per tutto sembrano veri. Questi messaggi-truffa però non contengono un allegato con la fattura non saldata, ma un link. E se si segue la procedura, si cade nella rete. E si perdono credenziali o soldi, a seconda del tipo di attacco. Casi di questo genere sono stati segnalati in questi giorni in città. Ed è stato utilizzato il nome di una società importante e nota come Fastweb (che nulla c’entra in questa vicenda) per cercare di raggirare più persone.

Una truffa fatta bene visto che è andata a colpire solo effettivi clienti Fastweb. Che quando si sono visti arrivare il messaggio (finto) dal proprio operatore, lo hanno preso in considerazione. Un messaggio inquietante perché era un sollecito a pagare. Oltre 300 euro quelli che venivano chiesti ad un trentino, 300 euro che dovevano coprire quanto non versato. Ossia l’equivalente di tre bollette, quindi sei mesi. Possibile? Difficile ma non impossibile ha pensato il quasi truffato che ha schiacciato sul link. Ma c’era qualcosa che non gli tornava e ha fatto marcia indietro.

Una volta a casa, davanti ad un computer ha provato a ripetere la procedura, ma il sito che aveva visto poco prima sul suo smartphone, non esisteva più. «Pagina non trovata», questa la frase che appariva sul pc. E se prima c’era il dubbio che si potesse trattare di un tentativo di truffa, in quel momento c’è stata la certezza. L’impossibilità di fare un secondo accesso, infatti, è una caratteristica di questi siti truffa: i malviventi si danno una sola possibilità, la seconda è troppo rischiosa. A conferma definitiva, l’arrivo pochi giorni fa, di un sollecito per una bolletta non pagata. Un sollecito arrivato in forma cartacea e con tutte le indicazioni del caso.

Ma il messaggio telefonico non è stato ricevuto, come dicevamo, da una sola persona. Ma sono stati diversi i trentini che si sono trovati a dover capire se quella richiesta di accesso ai dati fosse veritiera o meno. Una storia questa che testimonia quando sia necessario essere sempre molto attenti. Perché sia nella vita «reale» che in quella virtuale di internet i truffatori sono sempre all’opera per trovare modi diversi per mettere le mani su denaro o si dati. Che hanno anche loro un valore economico.













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