l'allarme

La «Balena blu» fa paura, a scuola arriva il vademecum

Iniziativa delle medie Winkler dopo un disegno che rimanda al gioco mortale. Il preside: «I ragazzi erano spaventati»


di Francesca Quattromani


TRENTO. Una balena blu alle medie Winkler di Trento. Un disegno di un alunno e la paura degli studenti di finire nella rete del gioco mortale che arriva dalla Russia sono bastati al dirigente scolastico per prendere immediati provvedimenti: insegnanti pronti ad affrontare l'argomento e una finestra sul portale della scuola. Lunedì, sul sito delle Winkler di via Olmi a Trento comparirà una pagina dedicata ai pericoli della rete, di questo gioco.

I fatti sembrano essere indipendenti tra loro, come ricostruito dalla dirigenza: un alunno che traccia su un foglio la sagoma di una balena blu nei giorni successivi a servizi televisivi nazionali che spiegavano il fenomeno di un gioco nato, sembrerebbe, in Russia e che in questo Paese ha provocato la morte di 150 ragazzi. Blue whale: 50 regole che corrono su WhatsApp. Autolesionismo, notti insonni riempite di video psichedelici, film horror, macabre prove seguite a distanza da un tutor che portano al suicidio. «I ragazzi delle medie sono stati molto colpiti da questi servizi - racconta Vigilio Mattivi, dirigente scolastico delle scuole di via Olmi - Un timore che poi si è tradotto nel chiedere agli insegnanti di poter parlare dell'argomento. Sono docenti molto preparati. Li hanno tranquillizzati».

In Italia diversi i casi di autolesionismo riconducibili, pare, al gioco. Centinaia le segnalazioni al vaglio degli inquirenti. La polizia postale raccomanda: «Bisogna parlarne, in famiglia e a scuola». I ragazzi delle medie Winkler, inconsapevolmente, hanno raccolto proprio questo invito. Così la paura di un pericolo a portata di smartphone li ha resi internauti consapevoli. Anche tra i genitori il fatto non è passato inosservato. La notizia di una balena blu sui banchi dei ragazzi di via Olmi si è diffusa, insinuando il sospetto che le maglie del gioco avessero imprigionato proprio qualche studente. Le medie Winkler sono state tra le prime scuole in Trentino ad aderire al progetto nazionale «Generazioni connesse», preposto proprio alla divulgazione, in ambito scolastico, di quelli che possono essere i rischi della rete.

«Un progetto che prevede la formazione dei docenti, innanzitutto - precisa il dirigente scolastico - un progetto che è entrato anche alle scuole elementari, nelle quinte. Ci sono stati incontri con i genitori ma, con grande dispiacere, devo annotare la scarsa partecipazione. I pericoli sono reali e vanno compresi». «Alle medie i ragazzi erano spaventati - ricorda ancora Mattivi mentre ripercorre quel tratto di balena blu disegnato da un alunno - Ne abbiamo parlato, abbiamo fatto chiarezza. Si era trattato di uno scherzo». Mattivi e gli insegnanti però non hanno banalizzato, archiviando la faccenda. Ne hanno approfittato per fare informazione. «Da qui è nata l'idea del vademecum sul portale della scuola». Il problema di fondo resta l'attenzione che non sempre è alta da parte dei genitori. Francesco Bindi, divulgatore informatico: «La responsabilità dei genitori nel guidare la navigazione dei propri figli è enorme. Tanti nei gruppi si scagliano, commentano feroci sull'uno e sull'altro argomento. Poi però, quando ci sono degli incontri a tema, come sull'uso delle nuove tecnologie, se ne stanno sul divano, senza informarsi di persona».

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