L’Upt studia le «primarie» Congresso in due turni

Al vaglio assemblee sul territorio dove potranno votare anche i non iscritti Buratti: «Dopo la leadership di Dellai, oggi possiamo essere un partito normale»


di Chiara Bert


TRENTO. Nell’Upt nessuno vuol parlare di primarie, gli elettori ai gazebo sono cose da Pd, «non fanno parte della nostra tradizione» chiariscono all’unisono i dirigenti. Eppure nel nuovo corso dell’Unione, che il 6 aprile porterà all’elezione del nuovo segretario dopo i due anni di Flavia Fontana, si ipotizza un percorso che alle primarie si avvicina. La novità - sostanziale - è che all’elezione del segretario potrà partecipare anche chi non è iscritto al partito. Come?

La proposta allo studio prevede un congresso in due momenti: un primo turno con assemblee sul territorio che saranno aperte anche ai simpatizzanti e sostenitori, non necessariamente con la tessera in tasca; un secondo momento, il congresso vero e proprio del 6 aprile, nel quale voteranno gli iscritti. Se i voti dei due elettorati - iscritti e non - avranno lo stesso peso - è ancora oggetto di dibattito. «Vogliamo sperimentare una formula nuova», spiega il presidente Corrado Buratti, «aprire la partecipazione anche a chi non è iscritto ma sottoscrive di riconoscersi nella nostra proposta, e al tempo stesso salvaguardare chi fa la tessera e per questo versa anche il suo obolo, e dunque deve avere voce nella scelta dei dirigenti». Le nuove regole necessiteranno di una modifica dello Statuto dell’Upt e dentro il partito c’è già chi prevede qualche resistenza. «La diffidenza verso chi, come me, non ha una storia dentro il partito ma si è avvicinato di recente l’abbiamo sentita molto alle elezioni provinciali», ammette Donatella Conzatti, commercialista roveretana, uno dei nuovi volti a cui l’Unione si è affidata per il nuovo corso. «Si è visto come sono andate, sul territorio certi ingressi nella lista non sono stati capiti e ora le assemblee in vista del congresso serviranno invece proprio per condividere il nuovo percorso. Siamo pronti a una visione politica innovativa ma i cambiamenti vanno fatti un passo alla volta». Ieri sera, con la prima assemblea a Cavalese, è ufficialmente partita la fase pre-congressuale. Oggi sarà la volta di Rovereto e Vallagarina, domani valli di Non e Sole, già fissati anche gli appuntamenti del 7 gennaio (Trento e Giudicarie), dell’8 (Alto Garda e Ledro) e del 10 (Rotaliana e Paganella). Il 18 ci sarà l’assemblea plenaria. E da lì si comincerà a parlare ufficialmente di candidature alla segreteria. Per ora i nomi - Buratti e la stessa Conzatti - restano sotto traccia. «Prematuro parlarne ora», dichiarano entrambi. C’è chi, per selezionare i candidati, vorrebbe fare primarie interne. Di certo sarà un congresso importante, il primo dell’era post-Dellai. Un passaggio cruciale per il partito, uscito ridimensionato dalle provinciali dove ha retto all’onda di Grisenti ma ha subito il sorpasso da parte del Patt. «Prima avevamo un leader, Lorenzo Dellai, che non era il segretario ma era una figura di garanzia influente sulle scelte. Oggi abbiamo la grande opportunità di diventare un partito normale», commenta Buratti. Che spiega: «La mancanza di una leadership forte dell’Upt a livello istituzionale va colmata con un partito forte. L’input, l’elaborazione politica, non sarà più dall’alto verso il basso ma viceversa». A costruire questo nuovo approccio serviranno i gruppi di lavoro affidati a 13 trenta-quarantenni. «Anche perché - osserva Buratti - fare politica oggi è più difficile. Un segretario da solo non fa molta strada se non ha alle spalle un gruppo motivato e volenteroso».

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