L’Ordine infermieri: «Rsa e Rsa Covid, manca la sicurezza»

Trento. La sicurezza nelle Rsa e nelle Rsa Covid sono al centro di una lettera che Daniel Pedrotti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, ha inviato all’assessore Stefania...



Trento. La sicurezza nelle Rsa e nelle Rsa Covid sono al centro di una lettera che Daniel Pedrotti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, ha inviato all’assessore Stefania Segnana, auspicando un rapido intervento. «L’Ordine sta ricevendo segnalazioni dagli infermieri in merito a situazioni gravi sul piano della sicurezza nelle Rsa e nelle “Rsa Covid”. - scrive Pedrotti - Relativamente a queste ultime non risulta che siano stati definiti ad oggi standard infermieristici e medici specifici per l’assistenza di ospiti in fase acuta/subacuta di malattia CoViD-19. Gli standard quanti-qualitativi di personale sanitario e di supporto qualificato devono essere definiti sulla base del criterio guida irrinunciabile della complessità e criticità dei bisogni dei pazienti. Considerare come criterio esclusivamente il setting di cura è fuorviante».

«Nella struttura Rsa Covid di Volano, ad esempio, le allarmanti segnalazioni recentemente pervenute ci fanno ritenere che la dotazione di infermieri e medici sia gravemente insufficiente e pertanto pericolosa rispetto alle necessità degli ospiti. Gli infermieri stanno svolgendo assistenza e realizzando cure in condizioni non accettabili sul piano della sicurezza degli assistiti e della dignità della nostra professione. Nello specifico - prosegue Pedrotti - sono previsti 3 infermieri sul turno diurno e 1 sul turno notturno, entrambi di 12 ore, con la responsabilità dell’assistenza di 60 ospiti acuti a bassa, media e alta intensità assistenziale. Assistere questa tipologia di ospiti, richiede competenze sanitarie infermieristiche per garantire un monitoraggio costante e un sostegno dei sintomi che possono peggiorare repentinamente, per somministrare terapie complesse, per garantire presenza e sorveglianza durante le attività assistenziali in quanto la fase acuta può determinare destabilizzazione della situazione per dedicare tempo di relazione agli ospiti che privati dagli affetti più cari anche nelle ultime ore di vita, per garantire continuità assistenziale attraverso momenti strutturati di confronto fra i professionisti. Preme inoltre precisare che l’assistenza infermieristica non è delegabile a nessun’altra figura professionale».















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