L’omaggio dei Regeni a Megalizzi 

La cerimonia. Il messaggio dei genitori di Giulio ai familiari durante la presentazione della Fondazione dedicata ad Antonio: «Vi siamo vicini» La fidanzata Luana: «L’obiettivo è promuovere attraverso la libera informazione l'idea di Europa. È un obiettivo ambizioso, come era Antonio»


Fabio Peterlongo


Trento. Una fondazione per far vivere il sogno europeo di Antonio Megalizzi, per formare i giovani giornalisti, per «rendere fecondo un dolore impossibile da lenire», come hanno suggerito le parole dell'arcivescovo Lauro Tisi. È stata presentata nel corso di una cerimonia presso la sala Depero nel palazzo della Provincia la neonata Fondazione Antonio Megalizzi, nata per volontà della famiglia, presente in sala, e promossa dal sindacato giornalisti Usigrai, l'associazione Articolo 21, Federazione Nazionale della Stampa, Sindacato giornalisti Trentino-Alto Adige, Università di Trento, Comune e Provincia. Particolarmente intenso è stato il ricordo di Luana Moresco, fidanzata di Antonio: «La fondazione intende promuovere attraverso la libera informazione l'idea di Europa. È un obiettivo ambizioso, come era ambizioso Antonio. Lui ci avrebbe spronato ad andare avanti, sdrammatizzando il tutto con il suo sorriso». Rocco Cerone, segretario Sindacato giornalisti Trentino-Alto Adige, ha letto un messaggio di vicinanza dei genitori di Giulio Regeni, accomunato ad Antonio Megalizzi dalla fine tragica e violenta giunta in giovane età: «Un caloroso saluto ai familiari di Antonio, vi siamo vicini. Firmato, Paola e Claudio Regeni».

Vero giornalista

Si è riflettuto sulla personalità curiosa di Antonio Megalizzi, sulla sua dedizione alla ricerca. Il giornalista sotto scorta Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21, ha evidenziato l'esempio mostrato da Antonio: «Alcuni hanno fatto notare come non facesse parte dell'Ordine dei giornalisti, ma era più giornalista lui di tanti colleghi più tutelati, che si sentono arrivati». Dello stesso avviso Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi: «Ci sono giornalisti che fanno cose immonde in prima serata. Antonio era molto più giornalista di loro, perché rispettava l'articolo 21 della Costituzione».

Le prime iniziative

Dalla Fnsi è arrivato il primo contributo alla fondazione, pari a 5mila euro. Giulietti ha illustrato le prime iniziative: «Saranno attivati corsi per giovani giornalisti e si metteranno al centro dell'azione i tanti giovani che fanno questo lavoro e che per impossibilità materiale non trovano stabilità. Vogliamo fare un libro, che raccolga gli scritti di Antonio». Il giornalista Rai Davide Macheda, cugino di Antonio, ha spiegato come le emittenti del servizio pubblico si siano attivate: «Rai News 24 e Radio3 hanno trasmesso i programmi di Europhonica, il network di radio universitarie con cui Antonio collaborava». La Rai intende attivare con la fondazione un percorso che porti giovani aspiranti giornalisti attraverso la Scuola di giornalismo di Perugia.

I ricordi

«Un ragazzo normale, con ideali e obiettivi e una marcia in più - queste le parole del rettore Paolo Collini - Prima che un europeista, Antonio era un europeo. Questi sono i valori di tanti giovani, la generazione Erasmus, che ingiustamente viene dimenticata e sottovalutata». Anche il sindaco Andreatta riserva parole calorose: «Girava l'Europa con Flixbus e con i voli low-cost, amava profondamente l'Europa. Era un costruttore di ponti». L'arcivescovo Tisi ha ricordato la capacità di sognare di Antonio: «Riconciliamoci con questa capacità, all'Europa oggi manca un sogno e senza sogno non si vive». L'assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti, coetaneo di Antonio, l'ha definito la "voce di una generazione": «Vogliamo essere europei come Antonio, con il suo spirito critico puntato al futuro».















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