L’obiettivo di otto fotografi mette a fuoco la Val d’Adige

“A nord di Trento, a sud di Bolzano” alla Galleria Foto-Forum di Bolzano


di Luca Mich


A nord di Trento a sud di Bolzano. Queste le coordinate geografiche affidate agli otto fotografi incaricati di analizzare per immagini il territorio della valle dell'Adige, "corridoio" di comunicazione tra le due province e, contemporaneamente, zona di "confine" culturale, linguistico e politico tra due popolazioni che, dopo un lungo periodo di reciproca diffidenza, stanno ora riscoprendo la propria origine comune.

La mostra fotografica, promossa da "Ambiente Trentino" e dalle sezioni di Trento e Bolzano dell'"Istituto Nazionale di Urbanistica", dopo esser stata presentata a Trento lo scorso dicembre, è ora a Bolzano presso la galleria Foto-Forum, dove è stata inaugurata lo scorso martedì 18 giugno.

I fotografi Leonhard Angerer, Luca Chistè, Ivo Corrà, Erich Dapunt, Anna da Sacco, Hugo Munoz, Francesca Padovan e Paolo Sandri, sono stati incaricati di sviluppare una propria personale ricerca su particolari temi che contraddistinguono e caratterizzano questo territorio. Infrastrutture, aree produttive, luoghi dismessi, confini, architetture, sono stati i temi di indagine loro affidati.

Una novantina le immagini esposte, tutte dedicate al paesaggio, prevalentemente urbano e suburbano, a testimonianza da un lato, delle intense modificazioni che il territorio ha subito negli ultimi decenni dal dirompente affacciarsi, in un territorio prevalentemente agricolo, della modernità e, dall'altro, della volontà di conservare le proprie identità culturali minacciate dal rischio di omologazione.

Luca Chistè, fotografo e sociologo di Trento, presente alla mostra con un lavoro di approfondimento del paesaggio antropico notturno dedicato alle infrastrutture del trasporto e della viabilità, colpisce, oltre che per la qualità delle immagini, per la presenza-assenza dell'elemento umano nelle proprie fotografie.

Una serie di immagini tutte giocate sulla contrapposizione tra l'esperienza quotidiana di questi luoghi che conosciamo dominati, di giorno, dalla frenetica presenza di veicoli, persone, rumore, caos, e che di notte si trasformano in surreali, pacifiche e silenziose oasi di quiete.

Luca Chistè, come è nata l'originale idea di affrontare il tema delle infrastrutture di notte?

«Le infrastrutture sono un tema al quale sono legato, affettivamente e professionalmente e che ho sentito, fin da subito, in maniera molto intensa.

La scelta delle atmosfere notturne, invece, era già latente in me con l’importante lavoro su Berlino, per il potenziale espressivo e narrativo che la notte porta con sé. Di notte, tutto ciò che percepiamo nel paesaggio, viene ridisegnato, ridefinito e diversamente considerato, sia sotto il profilo percettivo/sensoriale, sia sotto il profilo delle emozioni e dei nostri stati d’animo».

Quali sono state le principali difficoltà tecniche che ha dovuto affrontare in questo lavoro?

«La luce notturna, insieme al fascino delle atmosfere, richiede una particolare attenzione tecnica ed uno specifico set di competenze. Non è possibile improvvisarsi. Nella fotografia digitale, grazie all’ausilio della pre-visualizzazione dopo lo scatto e alle funzioni di bilanciamento manuali del bianco, le cose sono più semplici, ma l’editing per la stampa rimane comunque complesso e la post-produzione va curata sotto ogni dettaglio, soprattutto a questi ingrandimenti».

Oltre che fotografo, lei è anche sociologo. In questo lavoro è prevalso l'interesse per l'antropologia sociale o per la fotografia?

«Entrambe le cose. Sono due facce di un’unica medaglia. Le mie competenze sociologiche (mi sono laureato con una tesi in parte dedicata alla fotografia applicata alle scienze sociali), mi sono servite per concettualizzare i piani della ricerca e per rendere strutturato, sotto il profilo metodologico, le riprese. Il grande amore per la fotografia, ed il desiderio di raccontare simbolicamente le “parti oscure” del nostro viaggio in questo spazio antropico, ha fatto il resto».

Chi desiderasse visitare la mostra, può recarsi presso la Galleria Foto Forum in Via Weggenstein 3 a Bolzano negli orari Ma-Ve 15-19 e Sa 10-12. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 6 luglio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano