L’inflazione galoppa e tocca il record

Supera anche quella nazionale con un tasso medio del 3,3%. Trasporti alle stelle e si impenna anche il costo della sanità


di Robert Tosin


TRENTO. Ancora più su, l’inflazione trentina non accenna a fermarsi e tocca a giugno il 3,3 per cento, due decimi più alta di quella italiana. Quello che preoccupa maggiormente è però il confronto rispetto allo stesso mese dell’anno scorso: l’impennata è addirittura del 3,6%, 5 decimi più alta di quella italiana. D’altra parte la situazione economica internazionale non fa sconti a nessuno, tanto più a fronte di continui rincari (dei materiali ma anche delle tasse) e alla clamorosa perdita del potere d’acquisto degli stipendi rimasti invariati nel tempo, se non addirittura ridotti. Significativo che il tasso medio del settore trasporti in Trentino sia ormai alle stelle: +8,4%, una crescita registrata quasi interamente (7,3%) negli ultimi dodici mesi, quando nel resto dell’Italia l’inflazione specifica è inferiore di oltre un punto. Due gli aspetti da mettere in evidenza: l’ascesa dei prezzi è dovuta principalmente all’aumento dei costi dovuti al costo dei carburanti ma anche alla morfologia trentina che impone maggiori costi alle compagnie di trasporto; ma pesa anche la capacità delle grandi aziende di mantenere prezzi solidi quando nel resto dell’Italia si va incontro a “svendite” e ribassi insostenibili. La differenza si nota anche nel gap inflazionistico.

«Il costo dei trasporti poi - commenta Michele Andreaus economista dell’Università di Trento - è in buona parte colpevole anche degli altri costi, perché la movimentazione delle merci risente di questa situazione. La morfologia del Trentino e la sua collocazione periferica impongono anche costi maggiori. Poi dobbiamo anche considerare l’aumento dell’Iva che non è di sicuro indolore e gli effetti si vedono». Proprio da questo punto di vista, il paventato aumento ulteriore dell’Iva in autunno mette davvero paura. «Non ho alcun dubbio - risponde il professore - a preferire una spending review sana ad un aumento dell’Iva. Teniamo conto che di fronte ad un blocco dei salari, l’inevitabile aumento dei prezzi dei beni metterebbe al tappeto la capacità di acquisto delle famiglie, deprimendo ulteriormente l’economia».

Resta molto alto anche il dato che riguarda l’abitazione e tutti i servizi connessi. Il tasso medio è del 5,7% (quello italiano è al 6) e risente ovviamente delle imposizioni fiscali, ma anche del generalizzato aumento di tutto quello che serve per mantenere un’abitazione, a partire dalle bollette di luce e acqua che ovviamente non hanno dormito negli ultimi mesi ma sono lievitate costantemente. Solo nell’ultimo anno questa voce è aumentata del 7,6% anche se nei confronti dell’ultimo mese ha subito una lievissima limatura (un punto decimale).

Ma la voce che dal giugno dell’anno scorso ha subito il maggior aumento inflazionistico è quella relativa alle bevande alcoliche e i tabacchi. In Trentino il tasso medio è minore a quello nazionale (5,9 contro il 6,2) ma il balzo è stato addirittura dell’8,2%. E questo a fronte della mannaia delle tassazioni e, al contempo e nonostante tutto, il sostenuto consumo.

Un bel taglio dell’inflazione si registra invece nel settore delle comunicazioni, con un tasso medio negativo di 2,5 punti e in calo costante negli ultimi dodici mesi. La forte concorrenza e la necessità di fare massa critica da parte delle compagnie ha aiutato questo processo che però resta una mosca bianca nel paniere che l’Istat utilizza per calcolare il costo della vita. Il dato è simile in Trentino e in Italia, sintomo che la regolazione di questo mercato segue politiche nazionali se non internazionali.

Balza all’occhio, piuttosto, la forte divergenza tra i dati locali e italiani nel comparto della sanità. L’inflazione registrata come tasso medio nazionale è dello 0,3%, con una variazione di un punto decimale rispetto all’anno scorso. In Trentino, invece, pur avendo un tasso simile (0,4%) si deve registrare un’impennata nell’ultimo anno addirittura dal 3,3%. Le nuove politiche di compartecipazione alla spesa sanitaria hanno un riflesso inevitabile anche sull’inflazione.

Quest’anno il dato medio generale ha registrato un continuo aumento. Dal 2,5% di gennaio, è stato un crescendo inarrestabile: 2,7 a febbraio, 2,8 a marzo, 3 ad aprile, 3,2 a maggio per finire col 3,3 a giugno. L’indice nazionale è salito più lentamente: dal 2,9% di gennaio al 3,1 di giugno.

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