rovereto

L'ecomostro ex Anmil sarà abbattuto

La decisione, sollecitata dal Comune di Rovereto, è arrivata con il via libera alla demolizione e alla bonifica dell'area


Giancarlo Rudari


ROVERETO. Il destino dell’ecomostro ex Anmil al Bosco della città è segnato: archiviate definitivamente tutte le ipotesi (più o meno suggestive) di un suo riutilizzo, l’orrenda struttura sarà rasa al suolo. Tutta l’area verrà quindi bonificata per poi essere restituita alla città: lì il bosco tornerà a crescere (non più tra il cemento come ora), saranno creati spazi verdi e attrezzati per l’attività sportiva e ricreativa. Insomma del mostro che da mezzo secolo incombeva su Rovereto non rimarrà traccia, se non nella memoria dei roveretani e delle pagine di cronache scritte e riscritte ipotizzando un suo riutilizzo.

Ma dopo innumerevoli tentativi di “metterlo sul mercato” (ovvero venderlo) l’unica soluzione è stata quella di decidere la sua demolizione. Il via libera, ancora informale in attesa di definire tempi e modalità, è arrivato dopo l’incontro che la settimana scorsa l’assessore provinciale all’urbanistica Carlo Daldoss ha avuto con gli amministratori comunali per presentare il disegno di legge di riforma urbanistica. E quando è arrivato l’invito di indicare alla Provincia quali ecomostri abbattere perché inutili e nocivi non è parso vero all’assessore comunale Giulia Robol avanzare la proposta di radere al suolo l’ex Anmil. Proposta subito accolta. «Avevamo capito, e non da oggi, che quella struttura al Bosco della città non poteva avere un futuro. Impensabile ipotizzare un suo riutilizzo - afferma l’assessore Robol - anche perché le varie ipotesi arrivate in Provincia non potevano essere concretizzate. Soprattutto visti i tempi di difficoltà economiche impossibile trovare un imprenditore disposto a investire un sacco di soldi per un utilizzo come previsto dai vincoli urbanistici che prevedevano per la zona una residenza di tipo socio-assistenziale. La scelta migliore, fatta con coraggio da Daldoss, è quella dell’abbattimento: per questo lo dobbiamo ringraziare». Insomma percorse tutte le strade possibile, verificate ipotesi più o meno concrete e in assenza di potenziali compratori, l’amministrazione comunale anche in tempi recenti ha scritto alla Provincia chiedendo un intervento per la demolizione.

Demolizione peraltro richiesto anche dai capigruppo consiliari Pd, Verdi e Upt. «Il primo passo è stato compiuto, ora dovremo definire le fasi dell’intervento, capire se lo farà direttamente la Provincia o lo farà il Comune su delega. Importante - sottolinea l’assessore Robol - è essere riusciti a definire il destino una volta per tutte di quel mostro abbandonato e pericoloso». Il complesso al Bosco della città è enorme visto che si estende su un territorio di 110.000 metri quadrati. Fa parte di Patrimonio del Trentino (dopo che nel 1977 è diventato proprietà della Provincia) che ha tentato più volte (ma inutilmente) di venderlo.

L’ex Anmil con il passare degli anni è diventato sempre più “terra di conquista” sia della vegetazione che se ne è impossessata sia dei vandali che hanno trovato terreno fertile per le loro razzie. Abbandonato ancora prima di essere completato, il complesso è stato spogliato e distrutto: dai sanitari dei bagni scaraventati nel bosco alle vetrate delle finestre finite in frantumi... Da rifugio di tossici è diventato anche riparo dei senzatetto che rischiavano la vita ogni volta che ci mettevano piede viste le condizioni fatiscenti dell’edificio.













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