L’Austria: «Siamo pronti a mettere i reticolati»

Il ministro degli interni: al confine con la Slovenia sono serviti a frenare l’afflusso
Il ministro della difesa: «Se i flussi aumenteranno saremo costretti a intervenire»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Tacciata sulle prime di allarmismo, la camera di commercio ci aveva visto giusto. Se servirà, ossia se i flussi di profughi dovessero aumentare significativamente anche in direzione Brennero, l’Austria non starà certo con le mani in mano.

Lo ha già fatto in Stiria, a Spielfeld, confine sud con la Slovenia. Reticolati per chilometri, alti quattro metri e dunque insuperabili. C’è aperto solo un varco presidiato dove si controllano tutto e tutti, addirittura temporizzato: al massimo 8 minuti a profugo. Mica da parte della polizia di frontiera. Si è messo in campo l’esercito, armato, dotato di mezzi pesanti, idranti disperdi-folla, filo spinato, container.

Lo ha già fatto, l’Austria, e lo rifarà pure altrove. Lo hanno ribadito ieri due esponenti del governo austriaco. Il ministro della difesa parla per il Brennero di «necessità di un management dei profughi ispirato al modello attuato a Spielfeld», il ministro degli interni ritiene l’erezione di reti e fili spinati ai vari confini sud dell’Austria come «possibile». E non lo esclude.

Il mondo dell’economia altoatesino è in subbuglio, a un passo dall’essere terrorizzato. La sola indiscrezione che la polizia nordtirolese starebbe lavorando ad una riproposizione anche al Brennero del modello Spielfeld ha fatto muovere la Camera di commercio: una nota scritta assai dura, fatto inusualissimo per questioni legate alla politica internazionale. E ieri il quotidiano Dolomiten ha pubblicato una quantità di interviste. La chiusura del Brennero sarebbe un disastro. Questo, in sintesi, il pensiero comune del mondo economico. La giunta provinciale altoatesina, con Kompatscher, aveva chiarito di non voler commentare delle mere indiscrezioni, ma poi ieri l’Obmann Svp Achammer ha in pratica scongiurato l’Austria di fare marcia indietro.

La polizia tirolese, venerdì, dopo l’allarme della Camera di commercio, ha diramato una smentita per certi versi surreale, nella quale si è rivelato più di quello che la Camera di commercio stessa sapeva, dopo i colloqui informali avuti con le autorità di Innsbruck. Se servirà, ha scritto la polizia, ci si ispirerà al modello adottato in Stiria, al confine sud con la Slovenia. Ma non saremo noi a decidere, hanno spiegato i poliziotti nord tirolesi. Sarà il governo. E il governo austriaco in questi giorni ha lanciato un’offensiva sul fronte profughi. Il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz ieri alla riunione informale con i suoi omologhi ad Amsterdam è stato chiaro: o si muove l’Europa o dovremo arrangiarci. Il primo ministro Faymann da settimane parla di una sospensione di Schengen. E ora veniamo a noi.

Ieri, sul sito web del quotidiano austriaco Die Presse, il ministro della difesa Hans Peter Doskozil (Spö) ha parlato della necessità di un management del confine di Stato. «Oggi al Brennero contiamo 200-300 passaggi al giorno». Dovessero aumentare, «occorrerà una gestione degli ingressi controllata». Quale sarà la soluzione da adottare? La studieranno i tecnici, anche in base alle caratteristiche orografiche e topografiche della zona. Il piano dovrà essere concordato col ministro austriaco degli Interni e in accordo con l’Italia. Visto che i flussi sono previsti in forte aumento, «da settimane stiamo studiando i piani da attuare per ciascun passaggio di frontiera».

Il ministro degli Interni austriaco, Johanna Mikl-Leitner (Övp), ieri ha confermato tutto all’Austria Presse Agentur. Non esclude l’aumento del livello dei controlli ai confini sud. «Al riguardo la pianificazione sta procedendo». Nella coalizione di governo ci sono ancora opinioni differenti sul come, «ma è chiaro che dovremo accrescere la sicurezza dei nostri confini». E ancora: «Naturalmente, saranno possibili anche nuove barriere ai nostri confini meridionali». Finché l’Ue non farà la sua parte per gestire il fenomeno profughi, «l’Austria metterà il suo massimo impegno per frenarne pesantemente l’afflusso». A Spielfeld, il modello adottato, ossia le reti, il filo spinato e quant’altro, è servito. «Abbiamo tirato il freno».

E dopo che si è tirato il freno verso la Slovenia, facile che ora i migranti, al termine della rotta balcanica, tentino il passaggio altrove: Trieste o Gorizia, poi Pianura Padana e valle dell’Adige. A quel punto, sarà barriera anche al Brennero.

 

 













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