L’aquila Beppina, da simbolo vivente a trofeo della Tonca

trento. È Danilo Petri, da Segonzano, fratello del più noto Egidio (scultore), l’artista che ha realizzato il trofeo della “Bepina” che ieri sera la “giudicatessa” Loredana Cont ha assegnato alla...


Alberto Folgheraiter


trento. È Danilo Petri, da Segonzano, fratello del più noto Egidio (scultore), l’artista che ha realizzato il trofeo della “Bepina” che ieri sera la “giudicatessa” Loredana Cont ha assegnato alla persona che nel corso dell’anno si è distinta per una giusta causa. Lo ha fatto a conclusione della “tonca” nelle acque dell’Adige.

L’aquila “Beppina”, che per mezzo secolo visse in una gabbia all’ingresso orientale dei giardini di piazza Dante a Trento, fu donata alla città dal farmacista de Gerloni il giorno di San Giuseppe (19 marzo) del 1926. Voleva fosse il simbolo vivente dello stemma della città: l’aquila di San Venceslao.

L’ultimo rapace, ormai vecchio e “prigioniero” da anni, morì nel 1977. A quel punto, anche sui refoli del vento animalista, la pronipote della “Bepina” fu lasciata libera di volare alta nei cieli del Trentino. E la gabbia fu levata.

Negli anni Cinquanta, il volatile di piazza Dante fu al centro della cronaca per “il ratto della Bepina” messo a segno da alcuni buontemponi roveretani.

Lo rammentò, anni dopo, il nostro giornale: «Il simbolo (spennacchiato) della città di Trento era già oggetto di critiche dopo che era stato messo in gabbia, bene in vista nei giardini della stazione. Ma finì in scherno quando i giovani universitari di Rovereto lo trafugarono, portandosi via il pennuto in un sacco. Volevano vendicare la beffa che dieci universitari trentini avevano messo a segno il dieci ottobre: si fecero consegnare dall'impiegato del comune di Rovereto il gonfalone della città dichiarando che dovevano portarlo a una cerimonia patriottica a Trieste. Tornati a Trento, lo affidarono a Cesare Maestri che con manovra acrobatica issò il vessillo sul campanile del Duomo. Dal "Gazzettino" (una realtà a quel tempo molto forte sulle piazze di Trento e Rovereto dotate delle rispettive redazioni) del tredici ottobre: "Asportata nel cuore della notte l'aquila dalla gabbia di Piazza Dante - i giovani Slaifer, Zanini e Piccolroaz ruppero il lucchetto della gabbia e rubarono la Beppina. Arrivò una telefonata da Rovereto: l'aquila, dopo essere stata esposta come trofeo da un balcone in Piazza Rosmini, sarebbe stata restituita a Trento alle ore 18". Così avvenne, ma al momento di ripartire, i roveretani trovarono l'auto con le gomme sgonfie».

Per riscattare l’onta subita, Loredana Cont, un’altra roveretana doc, ha assegnato il primo trofeo della “Beppina” al maestro Alessio Zeni, autore dell’ormai famosa canzone dell’altalena, canzone antirazzista cantata a Natale dai bambini di Trento 6 e finita al centro di un caso politico.















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