L'acqua difesa ai piedi del Nettuno

Arrivato in città il corteo partito da Pejo per sostenere il sì al referendum


Serena Bressan


TRENTO. «Acqua ti vogliamo bene comune». Con questo slogan si è conclusa ieri in piazza Duomo la manifestazione, che ha unito tutti i comitati trentini "Acqua Bene Comune" in vista del referendum del 12 e 13 giugno prossimi (www.acquabenecomune.org). Un'unione fra vallate vicine e lontane che ha attraversato tutto il Trentino. Tanti cittadini, accompagnati dalla Sat, dalle organizzazioni Cipra e Mountain Wilderness, dal rappresentante del popolo indigeno U'wa Berito Cobaria e dal portavoce dei movimenti colombiani in difesa dell'acqua Danilo Urrea, insieme a Yaku. Oltre 200 persone che sventolavano le bandiere azzurre sono giunte di fronte alla fontana del Nettuno, dopo una lunga marcia partita il primo giugno con la presentazione ufficiale a Cogolo di Pejo, nella sala nazionale del Parco dello Stelvio: un vero e proprio fiume che ha unito le comunità delle valli verso i due sì per dire no alla privatizzazione dell'acqua. L'iniziativa è stata promossa dai comitati "Acqua Bene Comune" delle Valli di Sole e di Non e della Rotaliana, che hanno disceso il Fiume Noce dalla foce fino alla confluenza con il fiume Adige. A queste valli, si sono uniti i comitati delle Giudicarie, della Valle dei Laghi, del Primiero e di Rovereto. Un'iniziativa dal basso che simbolicamente è confluita in piazza Duomo proprio nella giornata conclusiva del Festival dell'Economia. «Questa manifestazione è stata emblematica nel rappresentare quale sia la cultura dell'acqua in Trentino: una cultura forte e radicata - ha rilevato Francesca Caprini, coordinatrice provinciale dei comitati -. È doppiamente emblematica perché, se come ci ha insegnato questo Festival la libertà economica ha dei confini, l'acqua di confini non ne ha». A farle eco Stefano Bleggi del comitato di Trento: «La partecipazione popolare a favore di questo referendum è stata massiccia ed è stata, poi, salutata con favore anche dalle forze politiche, come l'Upt e il Pd, nonché dal vescovo Bressan. Ora è proprio bello dire che si scrive acqua e si legge democrazia». Il movimento ha avuto sul nostro territorio uno sviluppo dal basso sin dai suoi inizi, con la raccolta firme per la promozione del referendum. Un movimento che ha poi fatto rete, con un unico obiettivo: catalizzare l'attenzione attorno all'acqua per contrastarne la privatizzazione. «Nell'ultima settimana che ci divide dal referendum, stiamo organizzando gli ultimi incontri informativi nei centri dove ancora non abbiamo portato il nostro messaggio - ha continuato la Caprini -. Stiamo, inoltre, prevedendo delle modalità che permetteranno anche ai fuori-sede di votare per il referendum in Trentino. Gli interessati possono contattarci o consultare il nostro sito internet». E il lungo fiume dei comitati trentini per l'acqua ha attraversato il Noce per poi entrare in Adige non solo simbolicamente. «Con due gommoni e otto canoe siamo partiti da Zambana e siamo giunti sotto il ponte di San Giorgio - ha raccontato Ivano del Canoa Club della Val di Sole -. Una piccola traversata per mostrare il nostro appoggio ai comitati». Una piccola traversata e un grande fiume di persone unite per dire che «l'acqua è di tutti e perciò va garantita non solo a chi se la può permettere - ha sottolineato Alessandro del comitato della Val di Sole -. Una logica di profitto non può esistere quando si parla di beni di pubblica utilità importanti ed essenziali come l'acqua».

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