«Io vittima della battaglia tra il Sait e la Dao»

Cesare Ciola ha perso la presidenza della Famiglia Cooperativa Alta Valsugana: «Il disegno è partito un anno fa e i valori cooperativi interessano ben poco»


di Mattia Frizzera


CALDONAZZO. Incredulità e senso di aver lasciato un lavoro a metà. Cesare Ciola nel suo percorso personale e professionale ha avuto modo di vedere dall'interno alcune “stanze dei bottoni” trentine. Non è un anti-sistema, ma più di altri si tiene caro il senso di libertà e del dire la propria. Altrimenti non si sarebbe creato una radio tutta sua, Radio Brenta.

Venerdì scorso ha perso la presidenza della Famiglia Cooperativa Alta Valsugana (battuto 287 a 173 in assemblea da Giorgio Paternolli), «il disegno è partito lo scorso anno - spiega Ciola - inserendo in cda alcuni elementi ai quali i valori cooperativi interessano ben poco (magari continuano a far la spesa da strutture concorrenti), aiutati da persone che si sono fatte socio all’ultimo momento o che, pur essendolo da tempo, non hanno nemmeno la “Carta in Cooperazione».

Interessi politici ed esterni, secondo Ciola, che mirano «a conquistare ogni possibile centro di potere». La Fcav è crocevia di microingerenze politiche, ma anche macroingerenze. Ciola, infatti, non esclude che la sua testa sia caduta anche per il derby nella cooperazione di consumo fra Sait e Dao. «A marzo 2015 scade il vincolo Dao - Conad sul negozio di Calceranica - spiega Ciola - e si dice che vi sia intenzione che anche quel negozio torni sotto il Sait».

Sul negozio di Calceranica ci sono le lamentele “micro” del sindaco Sergio Martinelli, che vorrebbe il ritorno di un settore non alimentare e di un punto vendita in via Tartarotti, ma c'è soprattutto una questione “macro”. «I premi di Sait alle Famiglie Cooperative - spiega Ciola - sono congelati fino al 2017, per pagare la sede di via Innsbruck a Trento. Dao riesce ad essere più efficiente e a dare fino al 7% di ristorni ai soci. Anche a livello nazionale il modello Conad sta tenendo molto di più rispetto a quello di Coop Italia».

Ciola racconta che nel Comitato tecnico del consumo della Federazione della Cooperazione il veterano Pierluigi Angeli legge il “bollettino di guerra” delle tante cooperative nazionali in grave crisi. Cambiamento quindi, “micro” e “macro”, che è alle porte anche nella democrazia economica che caratterizza il Trentino da oltre un secolo. Anche nei consumi alimentari siamo diventati più “nomadi”, seguendo offerte e promozioni ed arricchendo di tessere i portafogli.

Ciola rivendica nell'ultimo triennio di aver mantenuto stabilità (per ricavi e utile) nel bilancio della Fcav in un momento difficile. «Un cambio sarebbe stato giustificato - aggiunge Ciola - arrivando in assemblea con una proposta di gestione ancora migliorativa, cosa che non è assolutamente avvenuta in quanto non vi è stato nessun dibattito, nessuna voce contraria».

Sabato Ciola si è dimesso anche da Levico Altinate srl, società che punta alla costruzione di una nuova area commerciale all'ingresso di Levico Terme perché «fermarsi senza una linea precisa significa continuare a generare interessi su finanziamenti e costi di gestione della società, a fronte di ricavi inesistenti, con prospettive di tempi ancora peggiori».

Si è dimessa da vicepresidente Fcav anche Laura Fraizingher, in attesa di incarichi nella giunta Sartori a Levico (oggi l'ufficializzazione). Rimangono i problemi organizzativi di Fcav: debolezza rispetto ai concorrenti sul piano commerciale e del marketing, necessità di una guida manageriale, difficoltà nell'avere un piano aziendale di medio-lungo periodo.













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