Investimenti: 120 milioni Ma è corsa contro il tempo

I Comuni potranno utilizzare l’avanzo di amministrazione, ma hanno solo 2 mesi Sacrifici, la Provincia si accolla 4 dei 9 milioni. Turn over, 2 sostituzioni ogni 10



TRENTO. «Spingere al massimo sul treno della crescita», è il mantra del presidente della Provincia. E questo significa anche mantenere elevati gli investimenti. E se i livelli della passata legislatura - un miliardo di opere dei Comuni - restano irraggiungibili, la Provincia cerca la strada per garantire che non si arretri troppo. Le risorse garantite per il 2016 sono 93 milioni, destinati per il 70% al budget delle Comunità di valle e per il 30% ai Comuni. Ma ieri la Provincia ha messo sul piatto una novità dell’ultim’ora: la possibilità di utilizzare 120 milioni di avanzo dei Comuni per nuovi investimenti, in aggiunta ai 24 milioni del patto di stabilità sbloccati da Piazza Dante che se li accollerà.

Ma da dove escono questi 120 milioni? A chiederlo sono stati per primi i sindaci, ieri in Consiglio delle autonomie dove l’assessore Carlo Daldoss ha presentato la nuova bozza del Protocollo di finanza locale 2016. La spiegazione l’ha data il dirigente Giovanni Gardelli: i 120 milioni sono la giacenza media di avanzo sui conti correnti dei Comuni. La legge di stabilità prevede dal 2016 la cessazione del patto di stabilità e l’obbligo del pareggio di bilancio: i Comuni potranno spendere per quanto entra in cassa e non potranno più avere avanzo di amministrazione. Quell’avanzo che possono ancora utilizzare entro dicembre, ma per farlo saranno chiamati a una corsa contro il tempo: dovranno cioè approvare delle variazioni di bilancio entro novembre o impegnare le somme entro dicembre, avviando delle gare (cosa improbabile per i tempi strettissimi) o conferendo l’avanzo al fondo strategico delle Comunità, che potranno poi erogare le risorse nei prossimi anni (al Comune che le ha versate). Con questo ulteriore stock, ha spiegato Daldoss, il budget per investimenti dei prossimi tre anni arriverebbe a 500 milioni. Ma i sindaci non si fidano. «Non credo di avere da parte granché, l’avanzo è già stato ridotto fortemente negli ultimi anni», commenta il sindaco di Trento Alessandro Andreatta. Una boccata d’ossigeno è arrivata su un altro tasto dolente per i Comuni, ovvero i 9,1 milioni di ulteriori sacrifici chiesti per far fronte agli impegni del patto finanziario con lo Stato: la Provincia si farà carico di una quota di 4 milioni. Resta aperto il nodo delle sostituzioni del personale che andrà in pensione: dalla proposta di partenza (una sostituzione ogni 10), Daldoss ieri è salito a 2 ogni 10 ma con l’impegno ad una verifica dei fabbisogni a giugno, quando saranno pronti i progetti delle fusioni e delle gestioni associate. Una concessione che al sindaco di Trento non basta: «Potrò sostituire 12 dipendenti su 60 che andranno in pensione nei prossimi tre anni, ma ho già fatto 48 prepensionamenti senza poter rimpiazzare nessuno. Siamo a uno spartiacque: possiamo risparmiare ancora ma a discapito di servizi essenziali, la casa, le attività sociali, il trasporto pubblico». (ch.be.)













Scuola & Ricerca

In primo piano