Ingoiati dalle slot 1,2 miliardi di euro: il 4% del Pil trentino

All’Associazione Ama l’intervento dell’esperto Matteo Iori La nuova minaccia: i «totem» che proliferano a Bolzano


Luca Marognoli


TRENTO. Un miliardo e 227 milioni giocati in provincia, 631 milioni solo a Trento. Una somma pari al 4,42% del Pil del Trentino, finita nelle casse delle slot machine. A fornire questi dati Matteo Iori, presidente del Conagga di Reggio Emilia, il Coordinamento nazionale gruppi giocatori d'azzardo, che ieri mattina ha svolto un’approfondita relazione in apertura del corso di formazione dal titolo “A che gioco giochiamo” nella sede dell’associazione Ama Auto mutuo aiuto in via Taramelli. Il seminario, che si concluderà oggi, ha visto la partecipazione di operatori di enti pubblici ed associazioni impegnati nella lotta al gioco d’azzardo in tutta Italia. Iori, tra i maggiori esperti nazionali, ha fornito loro un inquadramento generale del fenomeno, esaminando i contesti politico, economico, pubblicitario, e quello legato agli interessi della criminalità organizzata nel “business” del gioco.

La realtà locale non è affatto immune, come dicono le cifre. A preoccupare anche la posizione occupata da Trento nella classifica relativa alla spesa pro capite: è sedicesima, con 995 euro a testa finiti in un anno nei 3.495 apparecchi distribuiti sul territorio. Per correttezza di informazione va precisato che non si tratta di soldi “bruciati” ma spesi, perché il 75% di essi torna nelle mani dei giocatori. Ciò però non toglie nulla alla gravità della piaga del gioco, che rovina - come è noto - famiglie intere nelle città come nelle valli.

Né rassicura molto il fatto che per la prima volta, anche a causa della crisi, ci sia stata una battuta di arresto a livello nazionale, dove si è passati dagli 88 miliardi giocati nel 2012 agli 84,7 del 2013. Anche perché il gioco online, che rappresenta il 14% del fatturato complessivo, è invece in controtendenza e cresce. Una zona grigia dove i giovani e i giovanissimi finiscono invischiati in una rete che ai loro familiari è invisibile, perché l’accesso avviene tramite pc, tablet e smartphone. E tra le nuove minacce ci sono adesso anche i “totem”, che a Trento non sono ancora arrivati ma che «proliferano a Bolzano, dove le slot sono state tolte dai bar», dice Miriam Vanzetta di Ama. «Macchine simili ai videopoker di una volta, dove non vinci denaro ma premi come ricariche telefoniche. Non essendo considerate gioco d’azzardo dalla legge, non vengono sottoposte ai relativi controlli. Ma spesso le vincite sono sostituite lo stesso da denaro».

Le associazioni aderenti al Conagga stanno facendo un grande lavoro di sensibilizzazione e il coordinamento ha ricevuto già 7 mila richieste di aiuto. «Venerdì (domani per chi legge) sarò alla Camera dei deputati per presentare Mettiamoci in gioco, la campagna di promozione sui rischi del gioco d’azzardo», dice Iori. «Una dipendenza che non è ancora inserita nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, ma proprio questo mese sarà discussa in Parlamento una proposta di legge unificata, la prima sul gioco, che punta a parificarla a tossicodipendenza e alcolismo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano