Infortunio mortale a Tenno: indaga la procura

C'è anche un esposto sull'incidente costato la vita ad Arturo Baroni


Luca Marsilli


TENNO. Non ci sono ancora indagati, e ci saranno solo quando concluso il lavoro dei tecnici sarà formalizzata l'imputazione. Ma dell'incidente in cui ha perso la vita Arturo Baroni, il 4 novembre nei campi vicini a Tenno, si stanno occupando procura e carabinieri. Per iniziativa autonoma ed anche per un esposto, che punta il dito sulle condizioni della strada. Arturo Baroni era morto schiacciato dal rimorchio del suo motocoltivatore. Finito nella campagna sottostante per il cedimento improvviso della strada interpoderale sulla quale stava passando. Il veicolo è un motocoltivatore leggero; sul bilico portava pochi quintali di terriccio da uno scavo. Tutto assieme un peso stimabile in una decina di quintali o poco di più. Nulla di anomalo, anzi, per una strada angusta ma sulla quale passano mezzi agricoli ben più pesanti. Il crollo del muro di contenimento, alto circa 4 metri, era avvenuto di schianto. La stabilità, si è scoperto solo a dramma accaduto, era stata minata da infiltrazioni d'acqua, ingigantite dalla eccezionale piovosità dei giorni che avevano preceduto la disgrazia. Ma è proprio su questo che magistratura e carabinieri, sia pure in fase ancora esclusivamente conoscitiva, stanno andando a fondo. Verificare quanto possa essere «imprevedibile» quel cedimento, e quanto invece, come sostenuto nell'esposto, le condizioni della strada fossero tali da suggerire tutt'altra cautela. Quel tratto di collina, a poche centinaia di metri da Tenno, è stato interessato in passato da una grossa frana. E' una zona ricca si sorgive e falde acquatiche quasi in superficie, come il toponimo stesso - Fontanelle - suggerisce chiaramente. Il muro di contenimento originario risale agli anni Ottanta. Ma era stato in gran parte rifatto, utilizzando pietre e cemento. Del vecchio muro a secco ne erano rimasti solo una decina di metri: la porzione crollata al passaggio del motocoltivatore di Baroni. Si sa che il sabato precedente - il crollo era avvenuto giovedì mattina - i vigili del fuoco avevano effettuato un sopralluogo, concludendo che non c'era alcun pericolo. Il muro non dava segnali di cedimento nè erano stati notati segnali preoccupanti, come fuoriuscite d'acqua alla base. Ma quattro giorni dopo è crollato. Il muro è di proprietà del comune, che è quindi responsabile anche della sua tenuta. Se colpe saranno individuate, ricadranno per forza sull'amministrazione.













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