Influenza, tocca prima ai bambini

Si impenna la curva dei casi registrati. Incidenza record nella fascia 0-4 anni


Luca Marognoli


TRENTO. Sta arrivando. La curva di Influnet, la rete italiana di sorveglianza sull'influenza, si sta impennando nella fascia d'età dagli zero ai quattro anni. Il numero dei casi registrati dai pediatri "sentinella" in Trentino è in netto aumento negli ultimi giorni e l'incidenza percentuale è la più alta d'Italia: il 14,4 per mille contro il 6,19 nazionale. E subito dopo i bambini dovrebbe toccare agli adulti. Partiamo dal dato complessivo: considerando tutte le fasce d'età, l'incidenza nella nostra provincia è del 3,28, per un numero stimato di casi di 1.738.

Venti giorni fa eravamo a quota 1.547: c'è dunque un progressivo aumento. «Il numero di sindromi di tipo influenzale si sta alzando», constata Valter Carraro, primario del Dipartimento di Igiene pubblica. «E' però ancora presto per dire se sia l'inizio dell'epidemia. Non escludo che possa verificarsi a gennaio, ma non si può averne certezza». L'ultima rilevazione si riferisce alla 51ª settimana, dal 19 al 25 dicembre. A livello nazionale, siamo dietro soltanto a Campania (4,96) e Piemonte (3,75), praticamente pari alla Sardegna (3,29). In Italia l'incidenza si ferma a quota 1,75, il che fa concludere agli esperti di Influnet che siamo sotto la soglia epidemica, con un andamento paragonabile a quello delle scorse stagioni.

E' però il dato sui bambini fino ai 4 anni di età a mostrare dei segnali più netti. «La curva in questa fascia d'età si sta impennando», afferma il dottor Saverio Mirabassi, uno dei pediatri "sentinella", che come i suoi altri due colleghi ha un bacino di 8-900 piccoli pazienti. «Non so quale percentuale sia realmente attribuibile all'influenza propriamente detta. Rispetto agli adulti i più piccoli hanno una minore protezione, non perché il loro sistema sia meno capace di reagire ma perché c'è un ridotto numero di virus con cui sono entrati a contatto. Una gran parte è rappresentata da quella che si definisce malattia simil-influenzale. Noi sentinelle segnaliamo i casi con sintomi che rientrano nello spettro di quelli influenzali, cioè di tipo respiratorio. Ma la diagnosi eziologica si può fare solo con il tampone da parte di un numero limitato di laboratori accreditati».

In un mese la progressione è stata rilevante: «Dal caso sporadico settimanale di inizio dicembre, oggi sono salito a 5-6. Il picco? Può esserci quando vedo diversi casi al giorno, ma la distribuzione per età dei pazienti cambia annualmente. L'aumento c'è stato a Natale e ora con la ripresa delle scuole mi aspetto una crescita dovuta al contagio all'interno delle classi». Poi l'epidemia dovrebbe allargarsi agli adulti. «E' logico che i congiunti poco o tanto qualcosa svilupperanno, ma non possiamo dire quando l'influenza scoppierà. Le somme si riescono a tirare solo dopo».

La verità è che il fenomeno è imprevedibile: la curva è solo un indicatore, seppure importante. Torniamo ai bambini: i sintomi sono quelli noti. «Febbre alta (anche 39 o più) abbastanza improvvisa, a volte con brividi, che fa pensare a una virosi respiratoria. Sta al pediatra capire di cosa si tratta. Il consiglio è di non eccedere con i farmaci: meglio evitare di portarli fuori, tenerli adeguatamente idratato e aspettare che passi, almeno che non ci sia il sospetto di una complicazione, che nell'influenza vera avviene nel 20% dei casi». Solo allora è giustificato il ricorso agli antibiotici, altrimenti bastano gli antipiretici (paracetamolo e iburoprofene), ma nelle dosi indicate.













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