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Influenza, stato d'allerta. Ioppi: "Vaccini e norme d’igiene per abbattere i rischi"

Curva epidemica in crescita. Il presidente dell'Ordine dei medici: "Mai troppo tardi per vaccinarsi, anche se siamo nel pieno dei contagi"



TRENTO. «Quest’anno l’influenza ci ha colpito in anticipo e non guarda in faccia nessuno. In un momento così critico sia per i cittadini che per gli operatori sanitari, non dobbiamo rassegnarci: è necessario insistere sulla prevenzione, sia con i vaccini, sia con l’osservanza di alcune buone norme d’igiene». Lo afferma Marco Ioppi, presidente dell’ordine dei medici trentino, con cui abbiamo discusso dell’influenza in corso.

La curva epidemica è in crescita e l'incidenza è arrivata a 14,37 su 1000 assistiti, valore superiore a quello delle precedenti stagioni influenzali. Un'epidemia che ha colpito in particolare i bambini e ragazzi in età scolare. Nelle prime 7 settimane di sorveglianza segnalati in Trentino 5 casi gravi e un decesso.

Dottor Ioppi, qual è la situazione dei medici che operano nei centri vaccinali?

Al momento si tratta dei colleghi che si erano resi disponibili nel periodo Covid, tuttavia non è mai stata fatta una convenzione specifica per altri tipi di vaccinazione. Coloro che effettuano attività vaccinale per l’influenza in quelle strutture si sono assunti questo impegno a titolo privato. Però noi tutti corriamo dei grossi rischi.

In che senso?

Non tutti colgono l’importanza della vaccinazione, che non riguarda solo le persone anziane o più fragili, ma anche gli stessi medici. I nostri tassi di vaccinazione sono cresciuti ma ancora non superano il 50%. In un momento con pochi medici di famiglia e gli ospedali carenti di specialisti, le assenze per malattia creano danni enormi al sistema sanitario.

A che cosa è dovuta la particolare virulenza di quest'anno?

Non c'è una spiegazione scientifica universale, quello che sappiamo è che sono virus con una rapida capacità di modificarsi, anche due o tre volte a stagione. Inoltre le loro modalità di trasmissione variano di anno in anno. C’è anche chi ha detto che usciamo dalla pandemia indifesi e malridotti, che il Covid non abbia aiutato ad accrescere le nostre resistenze fisiche è mentali è assodato.

Quando si può effettuare la vaccinazione?

Non è mai troppo tardi per farla. Ho visto molte persone pensare che ora che stiamo per raggiungere il picco dei contagi sia ormai inutile: non è così, anche se siamo nel pieno dei contagi. C’è anche chi teme di vaccinarsi durante la fase d’incubazione del virus, temendo che debiliti ulteriormente il corpo: in realtà il vaccino non si pone in interferenza con lo sviluppo del virus, dunque non c’è alcun rischio di questo tipo.

E quanto dura?

È sufficiente per coprire i tre mesi più critici. Quest’anno la campagna vaccinale è iniziata molto in sordina perché pensavamo che il picco arrivasse tra gennaio-febbraio, invece siamo stati presi alla sprovvista. Ma ripeto, anche ora resta una scelta raccomandabile.

Vaccino influenzale e vaccino Covid. Sono compatibili?

Secondo le raccomandazioni ufficiali, noi medici possiamo effettuare i due vaccini nello stesso momento. Alcuni colleghi, sulla base dei bisogni dei pazienti più fragili, possono decidere di far passare una settimana tra le due vaccinazioni per garanzia. Penso che sia una scelta comprensibile finché ci aiuta a raggiungere il risultato. Se le vaccinazioni fossero effettuate a tutti e con regolarità, lo Stato recupererebbe un numero di ore di lavoro equivalente alle risorse di una legge finanziaria.

Quali sono alcune norme che possiamo adottare per evitare di ammalarci?

Durante il Covid ci siamo dimenticati dell’influenza, questo grazie all’uso delle mascherine, al fatto di evitare gli assembramenti e di non stare troppo lungo in posti chiusi e affollati. È importante anche arieggiare e lavarsi le mani. Penso che queste norme, che abbiamo già sperimentato, dovrebbero restare. Ad esempio le mascherine in Asia da sempre sono utilizzate per evitare i contagi.

Cosa ne pensa delle posizioni no-vax? C'è più accettazione verso il vaccino antinfluenzale?

Durante il Covid abbiamo assistito a una vera e propria “infodemia”, essere bombardati di informazioni non ha aiutato le persone. Gli effetti secondari dei vaccini sono stati amplificati e portati alla stregua dei danni da virus. Ma dobbiamo pensare che qualsiasi azione, umana o terapeutica, porta sempre con sè una percentuale di insuccesso. Gli effetti collaterali restano immensamente inferiori rispetto ai benefici. I.P.

 













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