«Indennità, decidiamo noi Ma io me la sono ridotta»

Rossi: «Lo Stato non può entrare nelle materie finanziarie che ci riguardano» Il senatore Zeller: no ai tagli, 19 mila euro adeguati per i governatori delle speciali


di Chiara Bert


TRENTO. «L’autonomia è autonomia su tutto», ripete Ugo Rossi. «Io ho una convinzione giuridica, lo Stato non può entrare nelle materie finanziario che ci riguardano, e questo non vale naturalmente solo per le indennità». Il presidente della Provincia Ugo Rossi (in partenza per le ferie, andrà in Scozia) risponde così quando gli si chiede un commento sulla guerra di pareri in atto sull’adeguamento di Trento e Bolzano ai tetti sulle indennità previsti dal decreto Monti e dalla riforma costituzionale. L’ultimo in ordine di tempo quello del costituzionalista Giandomenico Falcon, neopresidente della Consulta trentina per la riforma dello Statuto, che - interpellato dal Gruppo per le autonomie al Senato su sollecitazione della giunta altoatesina - ha escluso l’obbligo di ridurre i compensi di Kompatscher e dei suoi assessori entro la soglia fissata dal decreto Monti: 13800 euro, contro gli attuali 19.600 del Landeshauptmann.

Per rispettare quel tetto, Rossi si è ridotto lo stipendio già due anni fa. «Ma noi impugnammo il decreto Monti - ricorda - e quell’atto fu la base per la nostra trattativa finanziaria con lo Stato. Figurarsi - aggiunge il governatore - se però io vado a Roma a trattare lasciando pensare ai miei interlocutori che tratto per la mia indennità». La decisione dunque, ribadisce, è stata quella di sgombrare il campo e di accettare, per scelta, il tetto fissato dal decreto Monti. Anche se Rossi evita di entrare in rotta di collisione con Kompatscher: «Ognuno prende le sue decisioni sulla propria paga, io le rispetto tutte». E più in generale puntualizza: «Le responsabilità non sono tutte uguali, di questo bisognerebbe parlare». E cita i super-stipendi Rai finiti al centro delle polemiche: «C’è chi non lavora e i soldi li prende lo stesso. Questo non va».

Intanto da Bolzano il senatore Svp Karl Zeller, promotore del parere chiesto a Falcon, ribadisce a chiare lettere: «C’è in gioco qualcosa di più grande dell’indennità della giunta, i confini dell’autonomia. Perché dobbiamo dannarci l’anima per ottenere da Roma norme di attuazione o clausole di salvaguardia per l’autonomia, se poi decidiamo allegramente di tagliare il ramo su cui siamo seduti? Di sicuro non si deve tagliare nel nome di Monti: l’ho sempre sostenuto e il parere di Falcon sarà interessante da questo punto di vista - prosegue Zeller - se poi vogliono ridurla spontaneamente, lo facciano ma non sono d’accordo. L’indennità del presidente provinciale è adeguata al ruolo di vertice di una Provincia autonoma con molte più competenze delle Regioni ordinarie e responsabilità enormi. A forza di tagliare i costi non si troveranno più professionisti e imprenditori disposti a candidarsi». E sull’ipotesi di aumento delle indennità dei consiglieri regionali, con l’escamotage della media Trento-Bolzano per aggirare la previsione della riforma Boschi, Zeller risponde così: «è una discussione assurda. Quella parte di riforma, il Titolo V, non ci riguarda, perché è coperta dalla clausola di salvaguardia. L’ha detto anche il presidente del consiglio trentino Dorigatti».













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