«Incentivi per chi affitta a studenti» 

La proposta del presidente uscente del Consiglio degli studenti dell’Ateneo. Il presidente dell’Opera: «Il problema degli spazi c’è» 


di Luca Petermaier


TRENTO. Per contenere l’affitto degli alloggi privati di Trento ai turisti (con Airbnb e Booking) anziché a studenti universitari (tendenza del mercato che ieri sul Trentino ha evidenziato il presidente di Fimaa Severino Rigotti) il presidente uscente del Consiglio degli studenti d’Ateneo Federico Crotti lancia una proposta: «Quello che Rigotti descrive per il mercato di Trento, sta già succedendo a Bologna. L’anno scorso tantissimi studenti universitari di quella città si sono ritrovati senza alloggi privati perché i proprietari hanno preferito puntare sui turisti. Per scongiurare questo rischio anche a Trento si potrebbe pensare a politiche di incentivi ai proprietari che decidono di affittare a studenti anziché a turisti. Lo si fa già in altre città universitarie».

Crotti - oltre che sul potenziamento dell’edilizia pubblica destinata all’ateneo - punta anche su una maggiore integrazione tra mercato e università: «L’ateneo - spiega - potrebbe creare un proprio portale di annunci. Sarebbe l’occasione anche per tentare di contenere i prezzi degli affitti che a Trento sono molto elevati». Un esempio di questo genere lo si ha già ora con «Phosphporo», agenzia immobiliare (privata) di Trento nata del 2001 per aiutare gli studenti a cercare casa sul mercato privato e che - grazie ad un accordo con l’Opera - ora è diventata una piattaforma web di riferimento (phosphoro.com) per mettere in contatto le richieste e le offerte di alloggio.

La questione degli spazi preoccupa anche il professor Alberto Molinari, presidente dell’Opera Universitaria: «Noi diamo alloggio a tutti gli studenti che ne hanno diritto. Evidentemente abbiamo delle ipotesi di aumento dei posti letto che dobbiamo discutere con la giunta provinciale. Certo, se - come pare - gli studenti aumenteranno un problema di alloggi si pone, eccome. La decisione di fare uno studentato, tra l’altro, non si prende da un anno all’altro. È necessario quindi trovare delle soluzioni ponte sedendosi attorno ad un tavolo con la giunta provinciale e gli altri operatori del settore».

L’Opera gestisce circa 300 appartamenti di proprietà e complessivamente 1500 posti se si tiene conto anche degli studentati attualmente aperti (a San Bartolomeo il più grande (costruito nel 2008, con 830 posti letto) e lo studentato Mayer di corso Buonarroti, ricostruito nuovo nel 2017 con 130 posti a disposizione). Nei giorni scorsi il direttore dell’Opera Universitaria, Paolo Fontana, aveva spiegato al nostro giornale che «entro 5 anni contiamo di salire a 1680 posti, che significherebbe raggiungere lo standard europeo di residenzialità che è il 10% degli iscritti». Circa 200 posti dovrebbero arrivare con il nuovo studentato a Piedicastello e poi ci sono 50 posti da realizzare all’ex mensa di via S.Margherita: il bando sarà pubblicato a breve.

Ma un ragionamento con i privati, secondo il professor Molinari è inevitabile: «Si potrebbero trovare formule per veicolare la domanda degli studenti verso i privati con qualche strumento comunicativo, ma bisogna sempre tenere presente la posizione di equidistanza rispetto al mercato che noi, come Opera, dobbiamo tenere».















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