In Trentino i bambini più «sani»

Obeso il 3% contro l'11% nazionale. Il segreto: giusta dieta, sport e poca tv


Luca Marognoli


TRENTO. Si nutrono bene, bevono poche bevande gassate, non abusano di tv e videogiochi e fanno attività fisica. Risultato: i bambini trentini hanno meno "ciccia" e sono più sani rispetto ai coetanei del resto della penisola. E' un quadro confortante quello che emerge dal rapporto "OKkio alla salute 2010" dell'Azienda sanitaria, dedicato alle abitudini alimentari e agli stili di vita dei più piccoli.

L'indagine, che compie un raffronto fra figli di genitori italiani e stranieri (si veda articolo a piè di pagina), ha solide basi statistiche: sono 42 gli istituti comprensivi campionati, per un totale di 68 classi terze elementari. Ha partecipato all'indagine il 100% delle scuole selezionate, per un totale di 992 iscritti. Al questionario ha risposto il 96,4% delle famiglie, mentre causa assenze sono stati rilevati peso e altezza del 94,1%: una rappresentatività considerata dai rilevatori "molto soddisfacente".

Il peso. Uno dei dati più significativi è quello sulla situazione nutrizionale. Negli ultimi 25 anni infatti - recita il rapporto - "la prevalenza dell'obesità nei bambini è triplicata e la tendenza è in continuo aumento". I costi delle patologie correlate hanno indotto l'Oms a definire la prevenzione in questo ambito "un obiettivo prioritario di salute pubblica". In provincia di Trento, solo il 3,5% del campione dei bambini risulta obeso contro l'11% della media nazionale, il 17,2% è sovrappeso (contro il 23%), il 77,9% normopeso e l'1,42% sottopeso. Il dato aggregato sotto-normopeso sfiora l'80% (è del 79,3%), notevolmente superiore del 66% nazionale. L'indice di massa corporea - osserva l'Azienda sanitaria - conferma "prevalenze di sovrappeso e di obesità del 40% inferiori rispetto alla media nazionale". Un dato definito "confortante", ma che deve essere uno stimolo - si aggiunge - a migliorare ulteriormente "attraverso una strategia preventiva integrata, sia nel campo dell'alimentazione che dell'attività fisica". A giocare positivamente sono le eccellenze sportive che "svolgono azione di volano nei confronti delle giovani generazioni" e i fattori culturali e sociali correlati alla famiglia e in particolare alla madre.

Il cibo. E' importante instaurare corrette abitudini alimentari in età precoce, perché una dieta ad alto tenore di grassi e con contenuto calorico eccessivo "è associata ad un aumento del peso corporeo che nel bambino tende a conservarsi fino all'età adulta".

La prima colazione, nell'organizzazione della dieta, ha un ruolo rilevante: diversi studi scientifici infatti "dimostrano l'associazione tra l'abitudine a non consumarla e l'insorgenza di sovrappeso". Anche qui i bambini trentini si comportano bene: il 9,6% ha fatto colazione al mattino dell'indagine (il valore nazionale si ferma al 91%) e il 69,3% lo ha fatto in maniera adeguata (61% la media italiana). Quest'ultimo dato scende al 62,5% se si considera la merenda di metà mattina, ma il Trentino si rivela molto più virtuoso dell'Italia nel suo complesso, dove il valore è limitato al 28%. Quanto alle bibite zuccherate, la percentuale di alunni che le assume almeno una volta al giorno si ferma al 40% in provincia (il valore desiderabile è zero), mentre sale al 48% se si considera la media nazionale.

L'attività fisica. I medici sono concordi nel ritenere che "un'adeguata attività fisica associata ad una corretta alimentazione possa prevenire il rischio di sovrappeso nei bambini". Il consiglio per questa fascia di età è di dedicare almeno un'ora all'attività motoria o sportiva strutturata oppure al gioco all'aperto. In Trentino i bambini fisicamente attivi sono l'84,9% contro l'82% nazionale, ma la forbice si allarga nel caso del gioco all'aperto, con il 73,2% locale contro il 65% italiano.

Tivù e videogiochi. I bimbi trentini che passano davanti allo schermo (di tv o videogiochi) più di 2 ore al giorno sono il 19%, la metà di quelli italiani (38%). Ad avere un televisore in camera solo il 18,2%, contro il 46% nazionale. Il momento della visione si associa spesso all'assunzione di cibi fuori pasto. Quindi attenzione: anche la tv fa ingrassare.













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