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In Trentino Alto Adige record di appalti

A dicembre impennata dei bandi di gara: la voce più importante è quella del tunnel del Brennero



TRENTO. La locomotiva degli appalti pubblici a fine anno è stata il Trentino Alto Adige che ha visto un’impennata di investimenti del 354% in più, ma più o meno è tutto il nord Italia a registrare dati significativi nello specifico settore. La fotografia arriva da una ricerca dell’Osservatorio Cresme relativa agli appalti, la quale registra soprattutto a dicembre 2015 una forte ripresa suggerita dalla messe di bandi di gara pubblicati.

Dopo gli anni critici 2012 e 2013 pareva che la crisi cominciasse a mollare la presa nel primo semestre 2014, ma i dati hanno subito smentito questa ipotesi con un secondo semestre in calo. Nuovi buoni segnali nel primo semestre 2015 e una crescita costante nel secondo. Con il boom di dicembre che ora attende però le conferme. A fine anno il colpo di coda è relativamente indicativo, quindi è necessario seguire l’evoluzione per capire se sia effettivamentre un segnale concreto di fine crisi.

A tirare di più sono gli appalti di medio valore: niente grandi opere e nemmeno piccoli lavori fino al milione. Buono invece il mercato delle opere fra i 15 e i 50 milioni di euro. Fanno la voce grossa le ferrovie, i Comuni e le aziende municipalizzate. Al palo invece le grandi opere con l’Anas, ad esempio, in calo. Fa eccezione solo una grande opera che è anche quella che fa la differenza per il Trentino Alto Adige: si tratta del tunnel del Brennero che ha appena visto la conferma dell’ultima tranche di finanziamento che vale 1,4 miliardi di euro. I lavori anche nella parte italiana stanno proseguendo spediti nel cantiere nei pressi di Fortezza. Già progettati anche i collegamenti fino a Ponte Gardena.

Basta questa mega opera (pagata dalle Ferrovie con il contributo europeo) per fare impennare la bilancia dalla parte favorevole dei conti regionali, ma è anche vero che tutto il trend del Nord è comunque in positivo nel secondo semestre 2015. Lo testimoniano i numeri col segno più della Valle d’Aosta (42,9%), Lombardia (+19,4%), Piemonte (+15,7%), Liguria (+21%). In frenata Veneto e Friuli. Per il resto a parte Abruzzo, Umbria Molise, Puglia e Sardegna è una sequela di dati negativi. La spiegazione è legata ai fondi europei 2007-2013 che queste regioni stanno ancora cercando di sfruttare, non potendo quindi lanciarsi in nuove opere da progettare e realizzare

Fra le categorie che risultano stazioni appaltanti, oltre al calo dell’Anas (-47%), si registrano anche il disimpegno degli enti regionali (-89%), delle Università (-20,3%) e della sanità (-27,3%), mentre va bene l’edilizia abitativa (+43%).













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