In otto nascosti sul treno merci 

I migranti scoperti da un macchinista alle 5 a Roncafort Venivano dalla Sierra Leone e rischiavano il congelamento


di Luca Marognoli


TRENTO. La colonnina di mercurio segnava meno 4 gradi poco prima dell’alba di ieri, quando otto migranti della Sierra Leone sono stati scoperti alla stazione intermodale di Roncafort, a bordo di un treno merci proveniente da Verona e diretto in Germania.

Erano le 5 e mezza del mattino, il cielo ancora buio. Una notte fra le più fredde di novembre. Gli uomini erano intirizziti, battevano i denti, e se un macchinista solerte non si fosse accorto per caso che il lembo del telo di copertura di un rimorchio trasportato dal convoglio era sollevato, avrebbero rischiato il congelamento. Il dipendente delle Ferrovie ha notato le gambe di un uomo accucciato sulla piattaforma di un vagone e ha fatto fermare il treno, per il quale non era prevista la sosta ma il solo transito. Subito dopo sono sbucate altre sette sagome di profughi africani, uno dei quali ancora minorenne (di 17 anni).

Quando hanno visto gli agenti della Volante di Trento, fatta intervenire sul posto con alcune pattuglie, i migranti sono parsi confortati e li hanno ringraziati: forse si sono resi conto del rischio che stavano correndo. Ma per loro che nei mesi passati ne avevano corsi già tanti di più gravi, fra deserti e mari ostili attraversati, per arrivare fino a qui (il Paese di origine dista 4.500 chilometri dall’Italia), deve essere sembrato quasi naturale salire furtivamente su quel vagone che li avrebbe portati nel cuore dell’Europa, nella Germania delle Mercedes e delle banche divenuta la prima potenza economica europea. E ora tutto fa pensare che siano saliti su un altro convoglio, visto che nessuno di loro nella giornata di ieri si è recato negli uffici del Cinformi, dove erano stati invitati ad andare dalla polizia per presentare richiesta di asilo.

Non avevano documenti con sè e questo non ha certo sorpreso gli agenti: quattro di loro però risultavano avere già avviato le pratiche per essere accolti nel nostro Paese.

Il gruppo è stato soccorso dagli operatori del 118: alle otto persone, che indossavano giubbotti e giacche a vento insufficienti a proteggerli in un lungo viaggio all’addiaccio, sono state date delle coperte termiche e delle bevande calde. I controlli medici hanno dimostrato che erano in buone condizioni fisiche.

I migranti sono stati poi accompagnati in questura, a Trento sud, per essere identificati e fotosegnalati. I poliziotti hanno dato loro anche del cibo e degli abiti. I quattro uomini interessati a chiedere asilo, che parlavano solo inglese, sono stati invitati a presentarsi al Cinformi, per le pratiche necessarie. Poi i centroafricani sono stati lasciati liberi di allontanarsi. Se ne sono subito perse le tracce: il loro lungo viaggio, con ogni probabilità, è subito ripreso.















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